Fermana ultima in classifica, Fermana alla vigilia di due match importantissimi contro Sora e Avezzano, Fermana alle prese con una situazione societaria da definire e una salvezza da acquisire sul campo. Ma anche Fermana protesa verso una necessaria campagna di rafforzamento e Fermana mai lasciata sola dai tifosi, nonostante una mancanza di soddisfazioni che dura ormai da qualche anno… Di tutto questo abbiamo parlato con il Direttore sportivo canarino Michele Paolucci: un modo per andare alla fonte e tastare il polso della situazione direttamente da uno dei principali protagonisti della stagione.
Partiamo dal momento vissuto dalla squadra, complicato sul piano dei risultati e confuso per via di alcune prestazioni esterne. Eppure l’inizio non era stato malvagio…
“Sapevamo di dover fare bene all’inizio del campionato, perché più freschi rispetto alle altre squadre in virtù dei minori carichi estivi. Ma abbiamo vinto delle partite anche perché abbiamo una squadra valida, anche se ci sono diverse cose da sistemare… Questo è un gruppo che merita una classifica diversa come valori, ma certo occorre dimostrarlo in campo! Successivamente abbiamo avuto un numero elevato di infortuni, dovuto anche a una preparazione estiva non fatta. E la squadra, di conseguenza, ha avuto un calo evidente.
I numeri oggi ci dicono determinate cose. La vittoria manca da troppo tempo, per esempio. Altra considerazione: con le big ce la siamo sempre giocata, anche se poi il risultato non è stato pienamente favorevole. Ultimamente abbiamo assistito a delle prestazioni in trasferta molto negative, e questo ci è dispiaciuto molto. Sono anche consapevole che i due punti di penalità pesano, ne sono consapevole io e lo sono i giocatori. E’ una delle cose che, assieme ad altre, ci portiamo dietro dal passato… La classifica è corta, dobbiamo averne consapevolezza. E per risalire dobbiamo evitare di essere umorali: serve concretezza”.
Diceva delle trasferte negative e dei tanti errori commessi. Forse è per questo che domenica lei e il mister siete sbottati?
“Con mister Bolzan abbiamo parlato anche di questo. Il tecnico è molto legato a questa città e nel post partita ha avuto una reazione forte, frutto della volontà di stimolare i ragazzi e di dare un segnale anche all’ambiente. Ma va anche dato atto ai giocatori di seguirlo. Diciamo che ha voluto toccare certe corde…
Per quanto mi riguarda, noi siamo un po’ indietro rispetto ad altri. Ma i giocatori sanno che devono tirare fuori qualcosa in più! La classifica è corta, ripeto. E la storia della Fermana fa in modo che questa posizione di classifica non si sposi con la tradizione. Si sta male li sotto! Due retrocessioni nelle ultime tre stagioni pesano e creano fastidio, ma noi sappiamo quello che dobbiamo fare e i ragazzi sanno che devono fare di più: li conosco bene, nessuno di loro è felice di stare in questa situazione. Adesso dobbiamo focalizzarci sulle prossime due partite (Sora in casa e Avezzano fuori, ndr), che per noi sono vitali”.
Il gol? “Non è solo un problema dell’attacco”
Da ex attaccante, come valuta le difficoltà realizzative della squadra (solo 7 gol realizzati, 3 dei quali nella prima partita)?
“I numeri ci stanno dicendo diverse cose. Da ex attaccante devo dire che abbiamo avuto tante occasioni, ma non siamo riusciti a concretizzarle. E questo mi fa arrabbiare. Al tempo stesso, però, meglio questo trend rispetto a una squadra che non gioca e non riesce a creare opportunità. Anche se ultimamente, soprattutto in trasferta, abbiamo prodotto davvero poco… Ci manca anche il colpo di fortuna, la partita vinta grazie all’episodio.
Per il resto, il problema del gol non è legato solo dell’attacco: mancano i gol del centrocampo, mancano i gol della difesa, magari sulle palle inattive. Insomma, manca l’apporto di tutti”.
E’ un problema anche di gap fisico che la Fermana paga con gli avversari? E quanto pesano i tanti errori?
“E’ un problema di cattiveria sotto porta! Non è solo un fatto fisico, anche perché giocatori ‘strutturati’ li abbiamo anche noi. Per il resto, spesso i gol ce li siamo fatti da soli. Dobbiamo essere più ‘cattivi’ davanti e più concentrati. Dicevo prima delle palle inattive: lì non è solo una questione di fisico, ma anche e soprattutto di cattiveria e di ‘tempi’. Da parte nostra, abbiamo fatto determinate valutazioni e se ci sarà la possibilità di migliorare la squadra anche sul piano fisico, sicuramente ci proveremo”.
“I giocatori facciano vedere di che pasta sono fatti!”
Parliamo allora di mercato e di rafforzamento della squadra: si aspetterà la fine del girone di andata o si comincerà prima?
“I giocatori sono padroni del loro destino. Adesso hanno due partite per farci vedere di che pasta sono fatti! Non abbiamo pregiudizi, tutti possono essere protagonisti e chi fa calcio sa che le cose possono cambiare in pochi secondi. Per me la priorità è salvare la Fermana e per farlo non mi fermerò davanti a niente e nessuno! Faremo i nostri ragionamenti e vedremo. Dico solo che chi verrà a Fermo lo farà per lottare, per fare le buche sul terreno! E non pregheremo nessuno”.
In questi giorni sono iniziati già a circolare dei nomi di possibili calciatori, alcuni già conosciuti e apprezzati dalla piazza. Ci si sta muovendo?
“Se ti riferisci a Misuraca, faccio subito una precisazione: sono stato io in estate a contattare Gianvito, che tra l’altro è stato anche mio compagno di squadra. Volevo rimanesse. Molto onestamente lui mi ha detto di voler fare scelte differenti, di voler cercare altri stimoli e altre cose che teniamo per noi. Ecco, questa scelta va rispettata e per me, adesso, non è un discorso che si riapre! Rimane, e questo è un mio cruccio, il problema di notizie che fuoriescono dalla società per creare evidentemente delle difficoltà. Non è un problema di stampa, ma c’è un uccellino che ‘canta’ e che forse ha interesse a destabilizzare. A Fermo è così e io ho imparato a convivere con questa cosa: devo fare la mia parte, ho iniziato adesso ma sono libero e non devo nulla a nessuno. Niente altro da dire, andiamo avanti”.
Tifoseria da ammirare
Chiudiamo con la tifoseria: 2 retrocessioni in 3 campionati e l’ultimo posto attuale non sono servite a spegnere l’entusiasmo, mostrato prima con la campagna abbonamenti e poi con le presenze in casa e in trasferta…
“C’è poco da dire, solo ammirare l’attaccamento di questi tifosi! Un attaccamento vero, genuino. Negli ultimi anni ne hanno viste di cotte e di crude e questo dice tutto sul loro modo di vedere il calcio e la squadra del cuore. E penso di poter dire che il vento è cambiato: c’è un riavvicinamento del tessuto economico territoriale, c’è la vicinanza delle contrade, delle piccole realtà locali. Penso anche ai luoghi ritrovati, come questo centro della Cops su cui ci alleniamo: era quasi abbandonato, ora è bellissimo. E si sente già l’aria frizzante per la gara di domenica. Per noi è una responsabilità enorme. La società sta cercando di stabilizzarsi sul piano economico (chiaro riferimento alla ristrutturazione del debito, ndr), noi sul piano sportivo dobbiamo cercare di tirarci fuori da là sotto. Questo sarebbe stato un anno di sacrifici e si sapeva, ma le proveremo tutte per venirne fuori”.