HomeCalcioFermana, che spreco! La mancata vittoria contro il Termoli pesa come un...

Fermana, che spreco! La mancata vittoria contro il Termoli pesa come un macigno

- Ads -

Contro il Termoli, la Fermana è scesa in campo con il fazzoletto della contrada San Martino. Sì, San Martino, quello che donò metà del suo mantello al mendicante. Da questo nacque quella che viene definita “l’estate di San Martino”, ovvero il periodo di novembre in cui il sole prova a riscaldare l’aria per un breve periodo. Non così a Fermo, visto che ieri sul Bruno Recchioni è invece calato il gelo tra i tifosi presenti sugli spalti.
Per il resto, la Fermana sembra essersi immedesimata proprio nel celebre santo e, per l’occasione, invece del mantello ha diviso a metà la posta in palio con un Termoli tremebondo e in grande difficoltà di organico. Ma, si sa, un gesto solidale questa Fermana non lo nega a nessuno… Anche e soprattutto a una squadra molisana in grande difficoltà, tanto che oggi il presidente Montaquila avrebbe consegnato il titolo di Serie D della propria squadra nelle mani del sindaco!

Tanti episodi, poca lucidità

Nel corso della gara con i molisani si è visto praticamente di tutto: 4 reti, due rigori (uno parato dall’ottimo Perri), un gol annulato ai gialloblù (fuorigioco apparentemente inesistente), un espulso, diversi ammoniti. Ma soprattutto si è vista una gara dal doppio volto, che la Fermana non ha portato a casa per via di una incomprensibile seconda parte di match, forse la peggiore della stagione in casa, e per la scarsa attenzione nei momenti chiave dell’incontro.
Vero è che, se fosse stato convalidato il gol di Mavrommatis, la Fermana si sarebbe portata al riposo sul 3-0. Ma è anche vero che, per come è stata interpretata la seconda frazione, neppure il 3-0 avrebbe fatto dormire sonni tranquilli a Romizi e compagni. Ed è su questo che occorre porre l’attenzione.

Con una aggravante: quella di ieri non era “una” partita, ma “la” partita! Al Recchioni si presentava un Termoli con appena 17 giocatori in distinta e con 5 assenze pesanti. I canarini, da parte loro, sapevano benissimo che questa era l’occasione per sfatare il tabù interno, visto anche che si trattava di uno scontro diretto per la salvezza e che nelle prossime tre gare la Fermana avrà ancora 2 scontri diretti (Civitanovese e Castefidardo) e il derby con la Sambenedettese. Insomma, quello di ieri poteva essere un grande trampolino di lancio. E invece…

Questa non è una Fermana camaleontica: o gioca o soffre

L’impressione, ancora una volta, è che questa squadra non riesca ad esprimere il proprio gioco, non sia capace di essere pericolosa e competitiva (pur con le note e consolidate difficoltà realizzative). Insomma, se si ferma e subisce diventa decisamente vulnerabile, non avendo una struttura fisica, temperamentale e di mediana capace di tamponare la veemenza altrui. Così i gialloblù nella ripresa si sono letteralmente consegnati all’arrembante avversario, uscendo fuori dal guscio solo dopo aver subito il pareggio.
Davvero incomprensibile il modo in cui i canarini hanno affrontato la ripresa, come se non fossero mai usciti dagli spogliatoi! E incredibile l’incapacità di porre rimedio nel corso dei minuti. I cambi hanno ridato un po’ di vivacità, ma ormai era troppo tardi: match e risultato avevano già preso una deriva negativa.

Una vittoria interna che manca dallo scorso aprile

Così la vittoria al Bruno Recchioni continua ad essere rimandata. Anche stavolta, insomma, si vince la prossima! Un film già visto.
Si scherza con il fuoco, aspettando magari un mercato invernale che potrebbe non stravolgere le cose. In attesa della ristrutturazione del debito (il nuovo Godot), soldi da spendere non sembrano essercene in abbondanza. Insomma, entreranno tanti giocatori quanti ne usciranno. E sarà un’operazione tutt’altro che facile, visti anche gli equilibri interni al sodalizio. A meno che non si trovi sulla strada un nuovo San Martino, che ricambi il favore…

- Ads -
- Advertisement -
Da Leggere
- Ads -
Articoli Correlati
- Ads -