Il sede di presentazione, mister Fabio Brini aveva affermato di aver visto qualche volta la Fermana giocare. Ieri, nel march con la Recanatese, il tecnico si è seduto per la prima volta in panchina e ha avuto modo di vedere all’opera dal di dentro la sua squadra. Quali indicazioni ne avrà tratto?
Molte e tutte sostanzialmente negative, al di là di quell’impegno che il tecnico ha evidenziato ma che, da solo, non può bastare per risollevare la situazione in casa gialloblù.
Paura, errori, scarsa lucidità
La gara con i leopardiani è stato il sunto perfetto del campionato dei canarini. Nell’ordine Romizi e compagni hanno messo in mostra ansia (la partenza è stata all’insegna dell’apprensione e dell’insicurezza, tutti aspetti ingigantiti da una Recanatese più tranquilla, forte dei 7 risultati utili e delle 2 vittorie conseutive), superficialità nella lettura di alcune situazioni, errori a non finire, scarsa lucidità.
L’errore in occasione del calcio di rigore è doppio e clamoroso, dapprima facendo fallo in una zona pericolosa del campo e poi, incredibilmente, saltando in barriera con il braccio alto! Roba che sanno anche i bambini non doversi fare… Un errore talmente evidente da far rabbrividire.
Errori, frutto della scarsa lucidità, sono poi quelli che hanno portato alle espulsioni di Tafa e Fontana. Tafa, già ammonito, ha fatto un secondo fallo inutile entrando su Spagna, con una difesa canarina quasi al completo, che avrebbe potuto gestire senza grandi problemi la situazione. Stessa cosa per Fontana, autore di un’entrata troppo evidente a centrocampo.
Errori, scarsa lucidità, appunto. Sintomi di una squadra in confusione, attanagliata dalla paura, pressata da un ambiente che comincia a dare segnali di nervosismo.
Tifosi, quell’inedita perdita di pazienza
A far pensare è anche l’atteggiamento dei tifosi in tribuna, quei tifosi che anche quest’anno sono stati un valore aggiunto, capaci spesso di coreografie importanti e significative, nonché di presenze in ogni stadio d’Italia. Un punto di forza oggettivo della Fermana.
Già nel corso della gara dagli spalti sono iniziate invettive e prese di distanza nei confronti di giocatori e dirigenti. Un colpo aggiuntivo per una squadra debole, fragile, impaurita, figlia dei propri limiti.
Il trend fino a oggi era stato: sostegno incondizionato durante il match, critiche e contestazioni al termine dei giochi. Il cambio di paradigma incuriosisce e fa riflettere. In tutta onestà, nel rispetto delle opinioni di tutti, le poche carte di salvezza della Fermana potranno essere giocate solo in un contesto di sostanziale tranquillità e maggiore unità di intenti. Quella mancata fino a oggi!
Parliamoci chiaro: gli errori fatti sono sotto gli occhi di tutti e chiamano in causa tutti i dirigenti, passati e presenti: nessuno sembra potersi chiamare fuori! La situazione è oltremodo difficile. Ma se c’è anche una sola probabilità di rimanere in categoria, questa va perseguita in un contesto propositivo e non disfattista. E dura, certo, soprattutto di fronte alla pochezza tecnica che si nota in campo! Ma arrivati a questo punto, va forse detto che per i processi ci sarà tempo, così come per le analisi definitive. Nessuno sconto, ovviamente, sarà possibile. Così come l’intera situazione andrà presa in esame, senza doppi canali interpretativi…
Ultima annotazione di carattere generale: a San Benedetto del Tronto un giocatore, presente anche ieri al Recchioni, ha portato giustamente dei fiori a un tifoso deceduto. Chapeau, la morte non ha colori! Ieri però nessun mazzo di fiori per Manfredo Merli, tifosissimo canarino scomparso 3 giorni prima. Un dato di cronaca, nulla più.
De Silvestro, sprazzi di tecnica. Lomangino saluta i canarini
Quanto ai giocatori, alcuni sembrano entrati in una fase involutiva, altri faticano ad avere la necessaria continuità. Buone alcune trame e diversi spunti del neo-acquisto De Silvestro, che per l’occasione non ha potuto contare su un Bianchimano squalificato. Per il resto, l’impressione è che a questo centrocampo serva maggiore gamba, determinazione, ritmi diversi rispetto a quelli compassati visti fino a oggi. Chissà se la società riuscirà a intervenire anche in quel settore: da quel che si è visto, qualcosa di nuovo – con le caratteristiche citate – servirebbe come il pane.
E, per finire, la Fermana ha risolto finalmente anche la vicenda Lomangino, non tornato a Fermo dopo le fstività natalizie. Una nota della società comunica oggi “la risoluzione del prestito dell’attaccante Dante Lomangino, che rientra all’Albinoleffe. La sua esperienza in gialloblù si conclude con 10 presenze e 1 gol nel match interno pareggiato con il Chieti. A Dante il grazie per l’impegno profuso e un grande in bocca al lupo per il prosieguo della sua carriera”. Per Lomangino 10 presenze e 1 gol, come ricordato dalla società. E più della metà delle presenze giocate da esterno… Insomma, almeno questa attenuante il giocatore ce l’ha.
La partenza di Lomangino rappresenta un’ulteriore defezione per una rosa da puntellare quanto prima, sempre che – a mercato chiuso – si riesca a reperire svincolati utili alla causa gialloblù.