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Fermana, vietato cullarsi sugli allori. Dopo una vittoria canarini quasi sempre battuti: Brini chiede realismo

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“I tre punti sono importantissimi, ma bisogna dare continuità altrimenti non servono a nulla”. Parole di Fabio Brini al termine del derby di Ancona. Insomma, il mister è già proiettato al futuro e ha subito messo in evidenza – nonostante le emozioni del post gara, clamorosamente nascoste – quello che è stato e continua ad essere l’avversario peggiore dei canarini in questa stagione: la scarsa continuità. E, aggiungiamo noi, la pericolosa predisposizione a cullarsi sugli allori, unita a una terribile fragilità quando si tratta di riprendere in mano la situazione. Per questo, purtroppo, l’ambiente è chiamato a non soffermarsi più di tanto su un pur prestigioso successo in un derby ma a guardare avanti, evitando di soffermarsi su intime soddisfazioni che cozzano con una classifica ancora terribile. Difficile, certo. E forse anche ingiusto, visto che il lunedì è dedicato tradizionalmente ai commenti sulla gara domenicale e, nel caso di vittoria, alla celebrazione di squadra e giocatori. Ma la situazione generale non ammette quest’anno inutili trionfalismi per una battaglia vinta. In palio c’è molto di più e il ritardo accumulato è molto.

Quattro vittorie, tutte in trasferta. E sempre seguite da bruschi scivoloni

Il derby vinto ieri ad Ancona rappresenta la quarta vittoria di questo campionato per la Fermana, affermazioni colte tutte lontano dal Bruno Recchioni. Forse non è più interpretabile come fatto casuale.
Quattro vittorie, e tutte le volte la Fermana non ha colto l’opportunità di costruire su queste vittorie il proprio destino.
E’ successo alla prima di campionato a Recanati, e la giornata successiva la Fermana ha perso in casa con l’Ancona. Poi i canarini si sono ripetuti ad Ascoli, e nel turno successivo hanno dato 3 punti al Recchioni all’Isernia. Poi Romizi e compagni hanno vinto ad Avezzano, salvo poi tornare a Fermo nel turno successivo e pareggiare con il Termoli, dopo essere stati addirittura in vantaggio di 2 reti!

Insomma, forse mister Brini ha studiato bene il cammino della sua squadra e ha voluto da subito mettere le cose in chiaro. Un’altra rondine non farebbe la classica primavera di una squadra che deve sbocciare, ma per farlo deve trovare fiducia nei propri mezzi e continuità di rendimento e risultati.

Foto di gruppo a fine partita allo Stadio Del Conero

Il “nuovo” e il “vecchio” del derby di Ancona

Ad Ancona ieri si è visto qualcosa di diverso. E contemporaneamente qualcosa di conosciuto. La differenza è che il “diverso” è stato decisivo in positivo mentre il “conosciuto” ha fatto meno danni del solito.
Di conosciuto abbiamo visto un approccio alla gara molto timoroso dei gialloblù, una paura che frenava, un pallone scottare tra i piedi e conseguente imprecisione nei passaggi e nella capacità di divincolarsi dall’iniziale intraprendenza avversaria. Poi abbiamo visto le solite imprecisioni in fase di costruzione e di finalizzazione, tant’è che c’è voluto un gran gol di Bianchimano per forare la porta avversaria. Eppoi si è visto un finale di sofferenza, quando l’Ancona ha pigiato sull’acceleratore per trovare il pareggio e quando le energie sono un po’ calate, non sostituite con gli ingressi dalla panchina.
E qui veniamo anche a quel qualcosa di “nuovo” che si è visto. Sì, perchè ad Ancona, su un campo ampio come il “Del Conero”, si è visto quanto importante sia avere un elemento come De Silvestro (spina nel fianco in diverse occasioni della retroguardia dorica), quanto è stato importante irrobustire la mediana (buona la prova all’esordio dell’argentino Etchegoyen), quanto costante è stato il pressing portato con i tempi giusti e buona la determinazione, quanto attenta sia stata la difesa che, a differenza di altre volte, ha ridotto al minimo gli errori e la superficialità.

Semplicità e concretezza aveva chiesto Brini. E semplicità e concretezza i canarini sono riusciti a mettere in campo, al netto di due o tre sbavature pericolose che andranno presto eliminate.
Buona la prova di Cocino al posto di Tafa, nonostante il centrale abbia preso ben presto una ammonizione per un inutile fallo a centrocampo dopo una palla persa; buona la prova di Romizi che, benchè spostato rispetto al solito, ha dato un grande contributo anche di vitalità.
Le cronache, infine, parlano di una grande prova del portiere Perri. Non togliamo certo noi i meriti al giovane e sicuro estremo difensore gialloblù, ma Perri in fondo è stato chiamato in causa solo un paio di volte, il resto è stata ordinaria amministrazione.

Classifica sempre terribile, ma qualcosa si è mosso

Con la vittoria di Ancona la Fermana si porta a 17 punti, scavalca la Civitanovese (rimasta a 16 dopo la sconfitta con l’Atletico Ascoli) e si posiziona in terz’ultima posizione. La graduatoria fa paura, anche perchè la salvezza diretta è ancora a 4 punti (posizione occupata dal Roma City, con cui i canarini hanno perso) e il baratro della retrocessione diretta è appena un punto dietro. Cosa dire? Chiudiamo come abbiamo aperto: continuità, testa bassa e pedalare. Lo chiede mister Brini, lo chiede la piazza, lo chiede una predisposizione alla battaglia che la Fermana deve ancora acquisire pienamente.
E dopo la quarta vitoria esterna, c’è da sfatare il tabù del Bruno Recchoni, dove non si vince addirittura da 9 mesi (era il 14 aprile 2024)! Nove mesi, una sorta di difficile gestazione in attesa di un parto che tarda a venire. Ma la storia va cambiata, in un modo o nell’altro. Lasciando da parte la paura che attanaglia la squadra (soprattutto sul terreno amico e soprattutto davanti ai propri tifosi) e confidando in un ambiente che sappia finalmente lasciare da parte le divisioni e stringersi attorno al gruppo.

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