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Fermana, il vicepresidente Ferroni: “Siamo entrati per mettere dei paletti e dare una mano. Adesso servono altri come noi”

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La Fermana del 2025 è una Fermana rinnovata in campo e fuori. Sicuramente più fuori che in campo. Durante le festività natalizie, infatti, la dirigenza canarina si è allargata con l’ingresso degli imprenditori Roberto Ferroni, Samuele Isidori e Stefano Faggio. Gli ultimi 2, tifosissimi, gravitavano da tempo attorno alla società gialloblù, aiutandola in tutte le maniere e prendendo parte sul piano operativo alla sua gestione quotidiana. Roberto Ferroni è invece il nome nuovo, il personaggio che si è avvicinato per la prima volta al pianeta Fermana (pur essendo espressione non lontana di una famiglia, quella dei Ferroni, che hanno scritto pagine di storia gialloblù), che ha subito acquisito la carica di vicepresidente (l’altro è Isidori) e che merita di essere conosciuto un po’ di più. Per questo lo abbiamo sentito, per cercare anche di capire la situazione in seno alla società e per provare a intravedere gli sviluppi da qui a fine stagione.

Titolare di macellerie che forniscono carne ai supermercati della zona, nonché di un’agenzia immobiliare che a Pescara tratta proprio il settore della grande distribuzione, in passato sponsor del Futsal locale, Roberto Ferroni è un personaggio decisamente spontaneo, poco avvezzo alle smancerie, finanche troppo diretto, che ha il “merito” di aver approcciato la carica non come tifoso ma con gli occhi di chi mette piede per la prima volta nel mondo Fermana. Con i limiti che questo può comportare ma anche con il grande vantaggio di non avere criteri interpretativi condizionati da precedenti frequentazioni e amicizie.

Ferroni, com’è la situazione in società? L’entrata sua, di Isidori e Faggio ha contribuito a ricompattare l’ambiente?
“Sono sincero: le entrate mia e di Isidori hanno messo qualche paletto. Siamo stati coinvolti come sponsor e vista la situazione ci siamo adeguati a dare una mano. Perchè l’impressione era che una barca senza capitano facesse fatica… Sul piano tecnico non ho le competenze, lo dico subito. Ma una società di calcio è un’azienda e c’è bisogno un aggiustamento di tipo aziendale. Insomma, stiamo cercando di far riportare i conti”.

La Fermana ha sempre detto che quest’anno era impegnata in un doppio campionato: uno sul campo e uno per la ristrutturazione del debito. Partiamo dal campo…
“Lo dico chiaramente: il mio parere, forse non condivisibile, è che era meglio ripartire da zero! Con i soldi spesi quest’anno avremmo fatto un campionato a vincere e saremmo risaliti con una base anche tecnica. Invece i ritardi estivi, la fretta di ripartire, le difficoltà di questi mesi ci hanno condizionato, Ma adesso siamo in ballo e dobbiamo ballare!”.

Sul piano gestionale?
“Il calcio è un mondo malato… Noi siamo partiti il 21 dicembre, nonostante gli impegni ho passato in società 5 ore al giorno. Chiamano tutti: genitori, procuratori, direttori sportivi… Boh, io non capisco: mi propongono giocatori, ma se li propongono a me dopo una settimana che sono arrivato, quanto possono esser forti questi giocatori? Uno mi ha proposto un giocatore che voleva 3 mila euro al mese, ho preso tempo e sono andato a vedere: aveva un problema e giocava poco o niente! Ma come si fa?!”.

Benvenuto nel mondo del calcio…
“Il calcio è sempre stato la mia passione. Ma occorre fare il passo secondo la gamba. E a Fermo deve giocare soprattutto gente del territorio. Competizione con Ascoli e San Benedetto? Sì, ma per ora sono altre piazze, in questo momento hanno altre strutture. Noi non abbiamo nemmeno un centro sportivo! Poi secondo me dobbiamo lavorare per creare un vivaio! E dobbiamo salvare questi giovani dai procuratori. Secondo me in serie D, o nelle serie inferiori, se un ragazzo ha il procuratore ha fallito!”.

Torniamo alla società, che è nelle mani dei Simoni. Simoni invitati a vendere dai tifosi
“Chi mette i soldi tratta, questa è la regola. Il Ds porta la lista e poi ci trattiamo noi con calciatori e procuratori. In questi anni secondo me i Simoni hanno cacciato un sacco di soldi, ma sono stati spesi male. E la Fermana ne ha sofferto. C’è poco da dire. Adesso dobbiamo cercare di promuovere un riavvicinamento a questa società, sennò è un macello. Se troviamo una decina di persone come noi, va bene. Occorre trovare un sistema: servono una decina di piccoli inprenditori disposti a mettere cifre che non spostano ma che, messe insieme, consentono di fare calcio in maniera ottimale. Nel corso di un incontro con i tifosi, alcuni ci hanno chiesto un imprenditore con i soldi. Ma non basta avere imprenditori con i soldi! E mi risulta che la Fermana li ha anche avuti… Serve gente che garantisca il giusto, che faccia le cose per bene. Questo fa la differenza nel lungo periodo. Gli imprenditori con i soldi dicono sì, fanno un anno. Poi vedono quanto costa gestire una società e ti lasciano”.

L’idea di ripartire dai vivai non è nuova. C’era anche un accordo con l’Afc Fermo per i prossimi anni
“Vedremo. Per adesso ho voluto vedere la situazione delle nostre formazioni. C’è un settore giovanile da riprendere in mano. Ho trovato ragazzi in un residence non pagato, alcuni senza roba da mangiare… Adesso abbiamo 10 ragazzi che vanno a mangiare, si fanno la spesa… Ma scherziamo? Possono essere figli nostri! Se sono stati presi impegni, noi li porteremo a termine. Però certe cose non si possono vedere”.

Veniamo alla situazione economico-finanziaria
“La ristrutturazione del debito è cosa fatta. Con la supervisione del Comune, l’iter è stato svolto e adesso la strada dovebbe essere in discesa. Almeno così mi è stato spiegato. E’ rimasta fuori la pendenza con il Credito sportivo, ma lì non dovremmo avere problemi. Almeno spero. Dopodiché, il sindaco si è impegnato a trovarci contatti con altri imprenditori della zona, confidiamo in nuovi avvicinamenti alla nostra società”.

Appena arrivati, subito una squadra da potenziare, un tecnico da avvicendare… Scelte forti. Soddisfatto?
“Brini caratterialmente mi piace: è posato, non si fa condizionare né mettere i piedi in testa…. Forse è la persona di esperienza che serviva. Se ci salviamo, più di un pensierino per una sua conferma lo farei… Quanto alla squadra, qualcosa è cambiato. Mi chiede se il mercato può ritenersi chiuso: diciamo così, se con le uscite rientriamo nel budget stabilito, qualcosa si può ancora fare. Ma dobbiamo tenere i conti in linea. Perché vogliamo rispettare tutti gli accordi, gli stipendi vanno pagati!”.

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