Torinese, 20 anni, cresciuto nell’Alessandria, Luca Cocino è forse il jolly più prezioso a disposizione di mister Brini (e di Dario Bolzan fino a un mese fa). I numeri parlano per lui: 17 presenze fino ad oggi (16 in campionato, 1 in coppa Italia). Difensore centrale o esterno difensivo, Cocino è riuscito con la sua presenza a sopperire a tutte le magagne che hanno colpito il pacchetto arretrato gialloblù, vale a dire infortuni, squalifiche, “paturnie” varie. E oggi Cocino ha risposto alle domande della stampa nel corso della solita conferenza di metà settimana. Un appuntamento che, da quando è stato ripristinato, ha portato bene alla Fermana: dapprima ha parlato Bianchimano, e l’attaccante è andato a segno nel derby vinto ad Ancona. La settimana scorsa è stata la volta di Sardo che, puntuale, ha poi trovato la via della rete contro l’Atletico Ascoli…
Cocino, qui c’è da confermare l’importante trend…
“Eh, ma per me è un po’ più difficile, visto il ruolo e le caratteristiche…”
Scherzi a parte, lo scorso anno 34 presenze con la Polisportiva S.Maria, a Castellabate. Ma che ci faceva un torinese a 19 anni in Campania?
“Mi sono trovato lì, ed è stata un’esperienza formativa. Tra le altre cose è stato il primo anno tra i grandi. Esperienza formativa per tanti motivi: andavamo male (a fine anno la retrocessione in Eccellenza, ndr), c’era pressione…”
Dalla Serie D alla Serie D, dal Girone H al Girone F. Che differenze hai trovato?
“Secondo me si tratta di due gironi molto competitivi, con tante belle piazze. Se devo essere sincero, forse in questo girone c’è più tecnica, là c’era molta ‘guerra’, un gioco molto più fisico. Ed appena entravi in campo te ne accorgevi… Tra le squadre di questo girone sono rimasto impressionato dalla Samb, soprattutto in attacco. E nella gara di andata mi fece una grande impressione anche L’Aquila”.
Sei un Jolly prezioso: 17 gare giocate, ben 1264 minuti, tra campionato e Coppa Italia
“Ho voglia di giocare e cerco di adattarmi sempre. E se qualcuno ha problemi e c’è bisogno, sono il primo ad adattarmi e far vedere al mister che può contare su di me. Penso sia una cosa fondamentale farsi vedere disponibili. Quanto al ruolo, io ho sempre fatto il centrale, terzino mi sono adattato quest’anno. Lo scorso anno era capitato solo in 2 gare. Ma, ripeto, in qualunque ruolo ci sia bisogno, si gioca e si dà tutto”.
“Con mister Bolzan anche un paio di partite da ‘braccetto’ nella difesa a tre, e lì ho fatto più fatica perchè giocando a sinistra ero sul piede debole. In passato come braccetto a destra mi sono trovato meglio. Ma è un problema mio, non era un problema di ruolo. Diciamo che sono cose che per caratteristiche e stazza non mi vengono naturali”.
Sinceramente, che esperienza è questa alla Fermana?
“Ora come ora, sul piano tecnico. se dovessi dare un voto alla mia esperienza e alla squadra darei la minima sufficienza! Sia a livello di squadra che personale abbiamo fatto il minimo indispensabile. Dico questo perché secondo me la squadra è valida e abbiamo raccolto pochi punti rispetto a quello che potremmo. Quanto al resto, mi trovo benissimo: il gruppo è solido e anche nei momenti difficili non si è mai disunito: nessuno ha mai attaccato nessuno, ci siamo aiutati a vicenda. Non accade di frequente in serie D!”.
Con l’avvento di Brini eravate passati al 4-4-2, ma dopo la gara con la Recanatese siete tornati al modulo del girone di andata. Quanto ha inciso anche l’arrivo dei 2 nuovi?
“In effetti avevamo iniziato ad adottare con mister Brini il 4-4-2 e probabilmente in quella partita non siamo riusciti a recepire le idee del mister. O forse non avevamo le caratteristiche giuste per interpretarlo. E il tecnico è tornato subito al 4-3-3, un modulo a cui eravamo più abituati, quello che ci viene meglio. In questo senso, certamente i nuovi hanno migliorato tanto la rosa, sono giocatori forti, importanti, hanno portato entusiasmo e per caratteristiche penso siano perfetti per il 4-3-3”.
Due buone prestazioni con Ancona e Atletico, in linea con una Fermana di Brini più concreta. E adesso la trasferta di Isernia
“Sì, siamo sembrati più solidi in fase difensiva, più concreti. Forse meno belli da vedere, ma anche in fase offensiva stiamo sfruttando meglio le occasioni che ci capitano. C’è tanto entusiasmo per i 6 punti raccolti nelle ultime due partite, lo si nota anche durante gli allenamenti. Ed è bravo il mister a non metterci troppa pressione verso Isernia. Guardando la classifica, l’Isernia adesso è sotto di noi, sarà uno scontro diretto difficile. Ma Brini ci dice di andare là tranquilli e di giocarcela come sappiamo, senza troppe pressioni. Penso sia lo spirito giusto”.
Hai parlato di un gruppo unito. Ma credete nella salvezza diretta?
“Assolutamente sì. Ne abbiamo sempre parlato e ci crediamo assolutamente!”.