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Riccardo Pinzi e quel cognome che “adesso non pesa più”. Sul futuro: “Senigallia e Notaresco per dare un segnale al campionato”

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Riccardo Pinzi, classe 2003, figlio d’arte (il padre è quel Giampiero Pinzi che soprattutto con l’Udinese ha scritto le pagine più importanti della sua carriera calcistica), vanta 57 presenze e 1 gol – al Del Conero di Ancona – con la maglia della Fermana. Un giocatore arrivato in città nella stagione 2022-2023 proveniente dall’Udinese (con cui aveva debuttato addirittura in Serie A), su cui sono state riposte tante aspettative ma che è ancora alla ricerca di una sua dimensione nel calcio nazionale. Le potenzialità ci sono e appaiono evidenti. Diciamo allora che fino ad oggi è mancata la necessaria continuità.
Proprio Riccardo Pinzi è il protagonista della conferenza stampa di metà settimana in casa gialloblù.

Terza stagione a Fermo: primo anno positivo, secondo negativo. Quest’anno 12 spezzoni e tanti stop, tecnici e fisici, in un contesto molto diverso…
“Si è visto subito che è cambiato molto in società rispetto allo scorso anno. Del resto mi era già stato preannunciato dal direttore che le cose erano cambiate. Ed è una cosa buona, secondo me. Devo dire che qui mi trovo bene, anche se quest’anno non ho giocato molto. Ma penso di poter aiutare i più giovani, perchè ci sono passato anche io in certe situazioni. Sul piano fisico ho avuto più di un problema, addirittura tre o quattro di fila: come rientravo in gruppo, non facevo in tempo a trovare la condizione che subito mi facevo male di nuovo! Adesso però sto meglio e posso dare quella mano che non ho potuto dare nel girone di andata”.

Arrivato per ultimo nel gruppo in estate, nonostante la conoscenza reciproca. Perché?
“Ho provato fino alla fine a cercare una squadra di serie C ma accordi non sono stati trovati. Allora ho detto: andiamo in D! E la prima scelta è stata la Fermana, dove mi ero trovato bene. E’ stata una scelta mia, insomma, quella di tornare qui. Devo dire che squadra e società credono molto in me, mi hanno anche blindato durante il mercato. Adesso devo ripagare questa fiducia!”.

Differenze con la Serie C?
“Si vede la differenza, inutile negarlo. Ma come hanno detto anche miei compagni, il nostro è un girone difficile, con tante squadre forti che hanno speso molto. Quindi la differenza di livello c’è, ma non è poi così netta”.

Cosa sta impedendo un tuo definitivo salto di qualità? E quanto pesa o ha pesato un cognome come il tuo?
“Diciamo che dopo il primo anno è mancata la continuità. Per un giocatore dalle mie caratteristiche è fondamentale stare al 100% e poter giocare, perchè devo avere gamba e condizione. Quanto al mio cognome, da ragazzino magari pesava di più, soprattutto quando ero a Udine e mio padre giocava in prima squadra. Adesso non ci penso più e non mi pesa, né d’altra parte mi aiuta. Certo, mio padre dà consigli per affrontare dinamiche e situazioni in cui è già passato. Ma nulla più. Per il resto la mia famiglia è presente: genitori e nonni mi vengono a vedere quando possono, magari anche durante la settimana e non necessariamente alle partite”.

Se andiamo sul web e digitiamo il tuo nome, leggiamo “centrocampista centrale”. Ma da quando sei a Fermo hai giocato prevalentemente da esterno (destra o sinistra)…
“Dal centrocampo in su posso fare tutti i ruoli. Nasco come mezzala, poi qui a Fermo mi hanno visto come esterno. Forse perchè sono piccolo e veloce, mentre in mezzo si preferisce avere giocatori più fisici. Poi, magari, c’è il fatto che ho fatto bene all’inizio da esterno e tutti hanno continuato a impiegarmi lì, ruolo in cui mi adatto benissimo. Diciamo che dietro la punta centrale mi piace molto, mi piace la palla tra le linee, dove i difensori hanno paura di uscire. Poi dipende molto anche dalle richieste del mister”.

Parliamo di questa Fermana. Con L’Aquila una sconfitta figlia di tanti piccoli fattori e di situazioni contestate
“Ero in panchina e lì per lì sono sembrati anche a me errori clamorosi della terna arbitrale. Poi rivendendoli… Il rigore è forzato, sul gol annullato probabilmente era fuorigioco… Diciamo che non è giusto attaccarsi agli arbitri quando si perde, anche perchè abbiamo perso contro una squadra forte e abbiamo preso un gol per errore nostro. Però siamo stati bravi a rimanare in partita fino alla fine e l’atteggiamento è stato giusto dopo aver subito le due reti”.

Adesso 2 gare fondamentali, con Vigor Senigallia e Notaresco. Possiamo dire che le possibilità eventuali di evitare i play-out passano da queste due sfide?
La Vigor vista all’andata mi ricordo essere una buona squadra. E mi sembra strano che una squadra così possa andare nei play-out. Noi dobbiamo fare risultato là, è fondamentale. La salvezza possiamo raggiungerla anche perché, dal mio punto di vista, come rosa siamo più forti delle altre squadre che sono in bilico. Io ci credo, noi ci crediamo. Dopo Senigallia, poi, arriverà il Notaresco. E’ indubbio che vincendole entrambe si darebbe un segnale importante al campionato. Non sarà facile, anche perché a Notaresco abbiamo perso e loro considereranno la partita di Fermo come l’ultima spiaggia. Sarà una guerra. Sono d’accordo: sarà importantissimo far risultato in queste due gare!”.

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