Mario Macchiati è un figlio della città di Fermo. E’ nato il 27 novembre del 1999 (tra un mese compirà 24 anni) e non c’è dubbio che lui e Carlo Macchini stiano portando in alto il nome del territorio e stiano valorizzando uno sport cresciuto a dismisura negli ultimi anni. Anche grazie all’efficienza e all’affidabilità che tecnici e strutture di primo livello stanno mostrando. E, soprattutto, grazie al grandissimo talento degli stessi ginnasti. Ginnasti che stanno confermando la grande tradizione degli atleti fermani nella disciplina, basti citare Paolo Ottavi, olimpionico a Londra 2012, ma anche oro ai Giochi del Mediterraneo del 2009 e più volte campione italiano o sul podio nelle varie specialità.
Macchiati, un mix di bravura e umiltà. “Nella vita bisogna avere anche… fortuna”
Abbiamo visto crescere Mario Macchiati nella palestra di via Leti. Lo abbiamo visto emergere tra nuvole di magnesia, accompagnato da rumori sordi di esercizi ripetuti all’infinito, a gesti affinati con grande tenacia e pazienza. E’ la vita del ginnasta, l’infinita competizione con se stessi per migliorare un movimento, per accrescere l’efficacia di una presa, per definire al meglio un gesto tecnico.
Abbiamo sentito Mario alla vigilia della sua partenza per la Germania dove, da ‘straniero’, parteciperà – in questo e nel prossimo fine settimana – al campionato tedesco nelle file della squadra Tsg Grunstadt.
Quello che si va a chiudere è stato probabilmente l’anno della sua consacrazione. La crescita personale, la vittoria nel concorso a squadre ai Campionati Europei di Antalia. Ma, prima ancora, l’oro a Padova nei Campionati italiani assoluti, sia nell’ìindividuale che alle parallele. Risultati che hanno confermato l’oro del 2022 a Napoli, sempre alle parallele, e che sono stati accompagnati anche da un bronzo, sempre a Padova 2023, al corpo libero.
“Sì, è stato un anno speciale. In tutta sincerità ti dico che c’è ancora molto da fare ma non c’è dubbio che il 2023 sia stato un anno che ha ripagato i miei tanti sacrifici. Mi sono tolto diverse soddisfazioni, insomma”.
La ciliegina sulla torta è stata probailmente la vittoria all’Europeo…
“Sì, tanta roba! Tutto molto bello, molto emozionante. Tutto è filato liscio e, francamente, ti dico anche che nello sport – come nella vita – ci vuole anche un po’ di… fortuna! Dopodichè, non c’è dubbio che io sia stato bravo: ci sono momenti in cui bisogna farsi trovare pronti e in quei momenti importanti io lo ero!”
Che ambiente è quello della nazionale?
“E’ un bell’ambiente. Durante l’anno, sui vari campi di gara siamo tutti avversari, c’è grande competizione. E non può essere diversamente. Ma quando ci ritroviamo in nazionale noto sintonia. Insomma, viviamo in simbiosi. E’ così anche con i tecnici: durante i ritiri c’è un bel clima e questo aiuta a concentrarsi e a fare squadra”
Tu hai sempre creduto in te stesso! Mai avuto tentennamenti?
“Guarda, in effetti ho sempre creduto in me stesso. Ma sapevo anche che questo è uno sport difficile, che non perdona. Ho sempre messo grande impegno ma ho anche avuto sempre presente che potevo andare incontro al rischio di fare un buco nell’acqua! C’è solo da impegnarsi, stringere i denti e confidare in se stessi e nella necessaria fortuna”
Tu e Carlo Macchini siete molto bravi ma avete avuto anche una grande opportunità: strutture eccellenti e bravi istruttori a tre minuti da casa… Fermo e la ginnastica di alto livello costituiscono ormai un binomio importante!
“Sì, anche questo riguarda quell’aspetto della fortuna a cui facevo riferimento prima. Io, tra le altre cose, abito proprio a due minuti dalla palestra. Penso ai miei colleghi di grandi città che hanno fatto e devono ancora fare grandi sacrifici, spostamenti impegnativi. Qui in provincia è oggettivamente più semplice. Fare lo sport che si ama stando praticamente a casa aiuta a conferire quel senso di normalità che mi ha giovato. A questo aggiungo il fatto che il nostro sport, a differenza di altri, presenta anche meno pressioni. Il tutto ha contribuito alla nostra formazione”.
Parliamo di futuro? Obiettivi, ambizioni, progetti…
“Parlare di futuro significa ormai proiettarsi al prossimo anno. Nel 2024, infatti, ci saranno le finali dei Campionati Europei (ad aprile a Rimini) e, soprattutto, le Olimpiadi (Parigi, dal 26 luglio all’11 agosto, ndr)! Stiamo già lavorando per le Olimpiadi che, per un ginnasta, rappresentano un appuntamento entusiasmante. Ovviamente ci sono anche gli Europei che non possono essere certo sottovalutati, ma ti dico con franchezza che non è semplice prepararsi mentalmente per due grandi appuntamenti in contemporanea. C’è il rischio di perdere qualche passaggio”.
Hai mai pensato al fatto che, per il Fermano e le Marche, tu e Carlo potete essere dei testimonial importanti per questo sport? Insomma, grazie a voi molti altri giovani possono avvicinarsi alla ginnastica…
“Questo mi rende orgoglioso e mi responsabilizza. Però dico anche una cosa: occorre avvicinarsi a uno sport perché piace, non perché lo fa qualcun altro! Questo principio è sempre valido, ma lo è ancora di più per uno sport come la ginnastica che è durissimo. Uno sport che richiede tanti sacrifici. Io stesso ci ho messo un po’ di anni prima di apprezzarlo compiutamente: quando ero adolescente e dovevo rinunciare a feste con gli amici, compleanni, ecc… la cosa mi pesava molto. Più volte avevo anche pensato di mollare tutto. Non è uno scherzo, ma quella vita sempre uguale ti schiacciava. Oggi, a 24 anni, so misurare bene l’importanza di una semplice festa di compleanno con gli amici, ma da piccolo ti assicuro che rinunciarci pesava. Dunque, occorre fare ciò che piace. E’ l’unico modo per superare le difficoltà, la fatica e i momenti no”. (Daniele Iacopini)