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“Adotta una mamma”! L’iniziativa solidale della Scuola di Pallavolo Fermana a favore di Famiglia Nuova

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“Questo Natale adotta una mamma”. E’ questo l’invito e, contemporaneamente, lo slogan dell’iniziativa che vede protagonisti la Scuola di Pallavolo Fermana, “Famiglia nuova” e la cantina Di Ruscio, unite in un progetto di solidarietà che mira a coinvolgere la città.
Sono stati gli stessi promotori a spiegare la genesi dell’iniziativa, nel corso di una conferenza organizzata a Fermo. Presenti don Vincenzo Marcucci e Paolo Cerolini, rispettivamente direttore e presidente di Famiglia Nuova; Remo Giacobbi, presidente della Scuola di Pallavolo Fermana; Federico Ripani, capitano della nazionale italiana di Sitting Volley; Alberto Scarfini, assessore allo Sport del Comune di Fermo, che ha portato i saluti dell’amministrazione.

L’iniziativa

Partiamo dall’iniziativa. La filosofia è quella dell’acquisto solidale: con soli 15 euro sarà possibile avere un pacco con due bottiglie di vino della cantina Di Ruscio. Il ricavato sarà devoluto proprio a Famiglia Nuova e, in particolare, al supporto delle mamme in attesa e dei loro bambini, fino al primo anno di vita. Un gesto bello, che si ripronone a distanza di due anni. Un aiuto concreto a una realtà, Famiglia Nuova appunto, che dal 1975 è impegnata nell’attività di Consultorio familiare, di Mediazione familiare, al Centro di solidarietà alla vita umana nascente, grazie alle due sedi di Fermo e Civitanova Marche e ai due sportelli di ascolto di Servigliano e Amandola.

48 anni al servizio della famiglia

E’ toccato a don Vincenzo Marcucci descrivere l’attività di Nuova Famiglia e le difficoltà di una realtà alle prese con una società in continuo cambiamento.
“Quando è nato il Consultorio sembrava una cosa troppo grande, soprattutto per la società fermana, apparentemente fatta di famiglie senza grossi problemi. Oggi il Consultorio non basta per far fronte alle tante richieste – ha affermato -. Lavoriamo in convenzione con la Asl e l’attività a favore delle ragazze che decidono di interrompere la gravidanza ha visto quest’anno la necessità di far fronte a ben 60 richieste. Di queste 60, solo 5 hanno deciso di mettere al mondo un bambino. Bambini che non sarebbero nati se le mamme non avessero incontrato i nostri operatori”.
“Noi ci mettiamo a disposizione delle donne e cerchiamo di capire se ci sono problemi risolvibili alla base della loro decisione. Tutto qui- ha continuato -. Aiutiamo poi le famiglie in cui sono presenti bambini piccoli e quelle mamme che hanno problemi economici”.
Non solo: Famiglia Nuova si adopera per la formazione di genitori e operatori. Aggiunge don Vincenzo: “E’ un periodo complicato. Dopo la pandemia abbiamo ripreso a pieno regime. Il Consultorio è istituto necessario ma ormai troppo piccolo per rispondere alle problematiche di oggi. E chi ne paga le conseguenza in maniera maggiore sono sempre gli adolescenti”.

Il “messaggio” dello sport

“Le motivazioni che lo sport ci dà sono importanti e, di conseguenza, servono anche alle famiglie – ha affermato il presidente di Famiglia Nuova, Paolo Cerolini -. Chi è coinvolto nello sport sa cos’è l’impegno, la dedizione, il sacrificio: tutti elementi che costituiscono la base valoriale necessaria anche a una famiglia”.
Famiglia come quella dell’azienda Di Ruscio. “Tre generazioni di vinificatori – ha aggiunto Cerolini – che portano avanti l’attività con valori importanti. Siamo dunque contenti per questa iniziativa, che unisce tre realtà all’insegna dell’impegno”.

A ringraziare la Cantina Di Ruscio ci ha pensato anche Remo Giacobbi, presidente della Scuola di pallavolo Fermana: “Mario Di Ruscio ci è venuto incontro e si è prestato a questa iniziativa. Venderemo le confezione di vino da due bottiglie (un bianco e un rosso) direttamente qui nella sede di Famiglia Nuova o sui campi che vedranno protagoniste le ragazze delle nostre squadre. Cercheremo anche di allestire banchetti in piazza. Il costo è di 15 euro e il prodotto, in tutta franchezza, li vale tutti perché parliamo di un vino di qualità”.

Finale con Federico Ripani, atleta paralimpico e capitano della Nazionale italiana di Sitting Volley maschile. “Quando Lorenzo (Giacobbi, ndr) mi ha chiesto di partecipare a questo incontro mi sono chiesto cosa potessi dire io di questa iniziativa. Mi sono sentito fuori luogo. Poi ho accettato, pensando allo sport e alle difficoltà che vengono superate. Ancora di più quando si è un atleta con disabilità. Ecco, i problemi sono forse gli stessi che può avere una mamma che vuole avere un figlio ma non può. O è in difficoltà. Ecco, tutti hanno bisogno di un aiuto. E con un aiuto si può andare avanti e costruire la propria vita”.

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