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Fermana, Calcinaro: “Non vorrei ripetere l’esperienza di queste settimane. La proprietà sia economicamente più presente”

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Un punto della situazione è doveroso, soprattutto dopo intere settimane di speranze, indiscrezioni, parole. E fatti, fortunatamente. Alla vigilia di Natale, al termine di un anno solare che ha visto la Fermana dapprima protagonista brillante (stagione 2022/2023) poi balbettante comprimaria in un campionato terribile, abbiamo fatto un’analisi della situazione con il primo cittadino Paolo Calcinaro. Un’analisi tra presente e futuro, tra pericoli scampati e prospettive, tra limiti e potenzialità di una società canarina che ha superato sì un momento difficile, ma che è chiamata a immaginare e programmare il futuro prossimo per non ritrovarsi in situazioni simili.

La sciarpata dei tifosi al termine della partita Fermana-Juventus Next Gen (Foto: Jacopo Chiappini)

Transizione societaria e scadenza di dicembre: il doppio binario che ha tenuto impegnati amministrazione e dirigenti

Afferma il sindaco Calcinaro: “Sono stati giorni intensi. La Fermana ha chiesto supporto a me e all’assessore Scarfini e noi ci siamo messi a disposizione, lavorando su due fronti: quello della trattativa societaria con terzi e quello, ancora più impellente, della scadenza della rata di dicembre”

Partiamo dal secondo obiettivo, che è stato raggiunto
“E’ stato grande il rischio corso, ma sia io che l’assessore Scarfini abbiamo visto il grande lavoro svolto dal consulente Massimiliano Tintinelli per coordinare tutte le azioni necessarie in quel frangente. E’ un ruolo, quello di coordinamento, che mancava alla società e che è risultato prezioso. E’ importante dare un metodo, e lui lo ha fatto. Grande lavoro, lo dico subito, è stato svolto anche da Andrea Tubaldi, in fatto di contatti e acquisizione di sponsor. Ho il dovere di essere obiettivo e dire le cose come stanno, dividendo l’aspetto tecnico da quello finanziario e societario. E in questo secondo contesto Tubaldi si è mosso bene. Noi abbiamo interagito con gli enti pubblici per sbloccare alcune situazioni (Inps, Inail, Agenzia delle Entrate… ndr) e in poco tempo si è riusciti ad avviare tutto quanto necessario, grazie anche ad azioni societarie capaci di pagare importi e rateizzare altre voci. Sono state anche prese in carico e risolte dalla società alcune questioni aperte, come quella con il servizio di sicurezza garantito dagli steward. Buona la disponibilità di tutti gli enti con cui ci siamo interfacciati, sensibili nel velocizzare le operazioni.
E in questa opera di raccordo e di intervento sono state sicuramente importanti i contributi della segretaria Marusia Giannini, davvero competente, e della consulente del lavoro Pennacchioni”.

Non ha citato la proprietà e la famiglia Simoni…
“Beh, registro il fatto che la proprietà fino ad ora si è mossa in un certo modo… La proprietà deve essere consapevole che nel guidare una società professionistica c’è da fare. E soprattutto su “partite” come questa, in casi di emergenza, deve mostrarsi economicamente presente!”

Anche perchè da qui a giugno queste scene potrebbero ripetersi!
“Francamente, come amministrazione non vorrei più ripetere l’esperienza di queste settimane. La Fermana deve essere oculata nei conti e ma non si può pensare di esserlo con un budget da Prima categoria… C’è stato evidentemente un errore di valutazione iniziale e adesso c’è da porvi rimedio”.

L’ex patron Maurizio Vecchiola, con cui si è confrontato in queste settimane, sembra definitivamente fuori dal progetto Fermana…
“Sì, Vecchiola ha chiuso tutte le porte. Non ho difficoltà ad ammettere che ha dato tanto alla Fermana, ha impiegato molte risorse in questi anni: somme ingenti ma, evidentemente, non amministrate al meglio… Poi in questo frangente non ha ritenuto di dare una mano e partecipare a un’operazione gestionale che mira a dare continuità e non a un ulteriore sperpero di risorse. Personalmente un po’ mi dispiace, perchè a inizio stagione aveva detto anche a me che avrebbe dato un aiuto concreto tramite sponsorizzazioni e un apporto effettivamente avrebbe potuto garantirlo! Anche l’attuale proprietà aveva fatto conto su questo”.

Ma come fare calcio a Fermo se non è bastato avere, in questi anni, addirittura un patron forte come Vecchiola? Parliamo di uno dei primi imprenditori marchigiani in assoluto…
“Fare calcio è diventato difficile per tutti. Tante spese, entrate minori. E’ un momento di contrazione dell’economia generale ed è difficile gestire una società professionistica. Si vedono realtà fare magari un exploit e poi scomparire. E Fermo non sfugge a questa situazione di generale difficoltà. La Fermana è penalizzata, secondo me, anche dal fatto di avere investito poco in questi anni nel settore giovanile. Settore giovanile che è l’unico modo di fare le plusvalenze necessarie per la tenuta dei bilanci”.

In questo senso, forse incide anche la mancanza di strutture idonee, di un centro sportivo…
“Se devo dire la verità, come amministrazione abbiamo sempre pensato che su un gioiellino come la Cops la Fermana potesse investire in qualche modo! C’era stato in questo senso un interesse da parte della società ed era sembrata evidente la volontà di compiere questo passo. Invece, non solo non è successo, ma anche a livello di manutenzione la stessa società è stata carente. Detto questo, penso che non ci fermeremo alla situazione attuale e entro breve andremo a trasformare un paio di campi della città, rigenerandoli in sintetico. Ma per la Fermana dovrà esserci un interlocutore serio, soprattutto a livello gestionale”.

Fermo, la struttura dell’ex Collegio di pubblica sicurezza (Cops) durante i lavori di riqualificazione

Ecco, quest’ultima affermazione ci porta al secondo obiettivo che ha tenuto impegnati amministratori e società in questo periodo, quello della cessione societaria. Cessione o subentro?
“Come amministrazione, io e l’assessore Scarfini siamo intervenuti in questo contesto su richiesta della Fermana e a discrezione delle parti che si stavano confrontando. E abbiamo cercato di far adottare un metodo, chiedendo a coloro che stavano interloquendo di mettere qualcosa sul tavolo, anche di modesto importo. Insomma, un atteggiamento che attestasse la reale volontà e le possibilità finanziarie del gruppo che di volta in volta si trovava a chiedere informazoni, un’azione che garantisse la presenza di un minimo di portafoglio. E invece, da quel punto di vista, non c’è mai stata una risposta e un allineamento a questa richiesta. E tutto è rimasto ancora sospeso”. (da.iac)

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