Il “Nicola Tubaldi” di Recanati si conferma stadio “amico” per la Fermana, uscita vittoriosa anche domenica scorsa. Un avvio di campionato ricco di emozioni, frutto di un risultato di 2-3 pirotecnico e ricco di spunti. La gara, lo diciamo subito, poteva finire in qualsiasi maniera: poteva vincere la Recanatese se solo fosse riuscita a raddoppiare nel corso dei quei primi 30 minuti iniziali in cui la Fermana ha fatto fatica a trovare le misure in campo. Poteva finire tranquillamente in parità, visto che il rigore del 2-2 è stato siglato da Sbaffo a 12′ minuti dalla fine. Ma anche la Fermana non ha certo lesinato impegno e intraprendenza, riuscendo alla fine a incamerare 3 punti preziosissimi. Deve partire da questa considerazione l’analisi del match sulla sponda gialloblù: una partita che si è mostrata costantemente aperta a ogni tipo di risultato e che alla fine ha sorriso a chi ha saputo gestire meglio i momenti salienti della contesa, credendoci e mantenendo i nervi saldi.
Una bella mentalità
Ecco, al di là dei 3 punti (che riescono nell’impresa di sterilizzare subito il -2 in classifica con cui la Fermana ha iniziato il campionato) ciò che è piaciuta è stata la mentalità messa in mostra da Romizi e compagni.
Sul 2-2, a una manciata di minuti dal termine, con il fiatone e i crampi che facevano capolino (da quel che si è visto in campo, gialloblù con un’ora di piena autonomia), la Fermana ha metabolizzato subito il pareggio, ha incamerato la delusione (del resto i canarini erano anche in vantaggio di un uomo e un pensiero alla vittoria lo stavano sicuramente facendo) e si è ributtata in avanti alla ricerca del terzo gol! Rete arrivata grazie a un suggerimento di Fontana (ci scusiamo con il giocatore, avendo attribuito a lui in sede di cronaca il fallo di mano che ha portato al rigore per i locali…) e a una pregevole conclusione dell’ex Ferretti. Tutto molto bello.
Dunque, nessuna mentalità sparagnina, pochi calcoli, sicurezza nei propri mezzi. Questi gli aspetti che sono piaciuti di più della Fermana all’esordio in campionato. Certo, una rondine non fa primavera e, forse, i gialloblù hanno incontrato in avvio un avversario sufficientemente compassato, riuscendo a mettere in mostra le cose migliori. Qualcuno – visti anche i precedenti – ha definito la Recanatese l’avversario migliore da incontrare in questo avvio di campionato. Difficile confermare o smentire tale affermazione, probabilmente le prossime partite ci consentiranno di valutare la veridicità o meno di tale considerazione.
Tanti interrogativi
Resta il fatto che c’era curiosità per vedere all’opera i gialloblù contro un avversario quotato di pari categoria. Le due sole sgambature delle scorse settimane poco o nulla avevano svelato delle reali potenzialità. Poi c’era la questione della preparazione, con una Fermana partita per ultima che molti interrogativi poneva sulla tenuta del gruppo. Interrogativi ribaditi a fine gara anche da mister Bolzan, che a precisa domanda ha risposto: “Quanto manca (per raggiungere un livello maggiore di competitività, ndr) non lo so: questa è un’esperienza nuova per me! Penso che poche volte nel calcio sia successo che si parta senza preparazione”.
Accade spesso, però, che una squadra meno pressata dai lunghi carichi estivi riesca a mostrarsi subito più brillante. Se questo avviene contro una Recanatese abbastanza “compassata” in molti elementi e con i soli Sbaffo e Mordini in buona forma, ecco che i meriti gialloblù sono stati messi in risalto. La domanda ora è (non ce ne voglia nessuno): si tratta di vera gloria? La risposta verrà già dalle prossime partite, a partire dal derby di domenica prossima al Bruno Recchioni contro l’Ancona. E molto si saprà tra un mese, quando tutte le squadre saranno arrivate “a temperatura” e anche la Fermana si troverà a dover attingere al serbatoio delle energie. Si vedrà lì se Romizi e compagni avranno recuperato il terreno perso durante l’estate. Differenze tecniche a parte, ovviamente.
Certamente la fase iniziale di ogni campionato mette sempre di fronte squadre non ancora al top della condizione, e questa è un’opportunità che la Fermana deve sfruttare per incamerare punti preziosi per la classifica.
La fase difensiva deve crescere, l’attacco piace già
L’impressione al termine della gara di Recanati è che l’organizzazione difensiva debba crescere. I centrali sono fisicamente strutturati ma si sono fatti infilare da Sbaffo in almeno 2 o 3 occasioni (gol, palo, conclusione a fil di palo); a destra Diouane ha sofferto nel primo tempo le pene dell’inferno, un po’ per lo sviluppo tattico della partita (sempre preso in mezzo da D’Angelo e Mordini, con il centrocampo che non scalava ad aiutare. Poi, con la superiorità numerica e l’uscita dello stesso D’Angelo, le cose sono ovviamente cambiate in meglio), un po’ per un evidente spaesamento del ragazzo, forse sensibile al debutto.
Sull’altro fronte, l’attacco è piaciuto molto. Della mentalità e della voglia di cercare sempre la porta abbiamo detto. Quanto ai singoli, Sardo (2005) si è confermato su buoni livelli (per lui gol e rigore procurato), Bianchimano ha lottato e tenuto in scacco la retroguardia ospite, segnando con freddezza il rigore; Ferretti è stato un trottolino che ha causato l’espulsione del centrale difensivo leopardiano e ha siglato la rete della vittoria. E, soprattutto, gli avanti si sono cercati sempre con tecnica e continuità, segno di un reparto degno di questo nome. Bene così.
I soliti alibi
Chiudiamo con una nota sulla direzione di gara. Abbiamo letto da qualche parte che a decretare la sconfitta della Recanatese è stato l’arbitro, il signor Cortese di Bologna. Ora, ognuno è libero di vedere le partite a modo suo, ci mancherebbe! Ma non troviamo giusto sottolineare i casi dubbi quando c’è da giustificare una sconfitta e, invece, dimenticarsi degli stessi dubbi quando magari si vince…
L’espulsione per fallo da ultimo uomo di Marchegiani ci è sembrata netta e giusta. Allo stesso modo il rigore causato da Pinzi si poteva anche dare, con la sfera che sembra aver sbattuto sul braccio del giocatore intento a controllarla quasi sulla linea di fondo… Va anche detto che poco prima dell’espulsione il direttore di gara – ignorando la regola del vantaggio – aveva fermato Ferretti lanciato a rete, optando per una precedente punizione a favore dei gialloblù. Insomma, casi dubbi ce ne sono stati e ce ne saranno. L’importante è citarli tutti. Sempre. Poi ognuno si farà la sua idea.