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A Natale la Fermana si regala una chance di salvezza. I limiti rimangono, ma la mentalità sembra cambiata

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Il dicembre che non ti aspetti. La Fermana torna alla vittoria contro la Juventus Next Gen – in quella che era probabilmente l’ultima possibilità di rimanere agganciati al treno salvezza – e scopre che qualcosa sembra cambiato non solo in classifica, ma anche nella mentalità e nell’autostima del gruppo.
Era il 3 dicembre e la Fermana riuscì a bloccare quella che era la capolista Torres. Dopo una settimana, altro bel punto colto sul campo di una pericolosa Lucchese. Una Lucchese magari non al meglio della forma, ma pur sempre capace di far male. Due punti, due indizi che notoriamente ancora non fanno una prova.
Poi è arrivata la sfida-salvezza contro la Juventus Next Gen, una partita dal valore incommensurabile: perdere, infatti, avrebbe significato dire probabilmente addio ai sogni di salvezza (la distanza dal penultimo posto si sarebbe ampliata a 9 punti, con la stessa Juventus che deve ancora recuperare una gara…). Invece è arrivata una vittoria in rimonta. Un inedito della stagione. In precedenti partite, infatti, la Fermana era andata sotto ed era riuscita sì a recuperare (con Ancona, con l’Arezzo due volte salvo poi subire le terza e decisiva rete), ma mai a vincere. Segno che qualcosa è cambiato. Qualcosa, non tutto. Del resto la squadra rimane ultima e resta ancorata a limiti tecnici e numerici importanti. Ma qualcosa di diverso si è visto, inutile negarlo.

E’ sempre una questione di centimetri

La differenza tra la fortuna e la sfortuna, tra la gloria e l’insuccesso, è spesso fatta dai particolari. Spesso da qualche centimetro. Che il vento possa essere cambiato almeno un po’? Meglio dirlo sottovoce. Ma se pensiamo al palo e alla traversa presi dalla Lucchese domenica scorsa… E se pensiamo all’incrocio dei pali preso ieri in pieno recupero dalla Juventus… Insomma, serve anche questo. Ma è una fortuna che la Fermana si è guadagnata con il carattere, con l’impegno, con la determinazione. Non accade mai niente per caso. Anche quando si va a contrastare qualcuno che, poi, più di un palo non riesce a cogliere…

Tutto iniziò lo scorso 29 novembre…

Era il 29 novembre, un mercoledì, e la nostra testata riportò la notizia dell’esclusione dal progetto tecnico di tre giocatori gialloblù, vale a dire Padella, Calderoni e Laverone. Oltre a questo, lo staff tecnico non convocò alcuni giovani già in prima squadra, poi recuperati nel corso delle settimane. Era proprio la settimana che precedeva la partita con la Torres prima in classifica.
Sarà stato il caso, sarà stata la reazione nervosa della squadra a una oggettiva sferzata data dal ds Andreatini. Oppure sarà stato veramente il cambio di interpreti. Impossibile dirlo con precisione, e francamente non vorremmo mancare di rispetto nemmeno ai diretti protagonisti della vicenda. Ci limitiamo allora a segnalare gli aspetti temporali della questione. E tali aspetti dicono che da quel giorno la Fermana ha colto 5 punti in tre partite. Ma, soprattutto, ha mostrato in campo un atteggiamento diverso, più battagliero, meno fatalista. Un caso? Probabile. Ma non mettere insieme questi elementi non sarebbe un lavoro giornalisticamente serio.

La linea verde nel momento più difficile della stagione

Conseguenza della scelta è stato il ritorno in campo di alcuni ragazzi, anche in relazione a squalifiche e infortuni in successione. Il loro ritorno è anche coinciso con il periodo più difficile della stagione, con le tante voci circa il passaggio societario e sulle difficoltà di far fronte ai pagamenti di dicembre.
Ora, non ci sono certezze ma non mancheremo di rispetto a nessuno se affermiamo che in un contesto di questo tipo, proprio i giovani sono capaci di dare il massimo, forti della voglia di dimostrare il loro valore, di mettersi in mostra, di evitare troppi ragionamenti, senza puntare troppo sul pur importante aspetto economico. Aspetto che diventa decisivo nei pensieri di chi giovanissimo non è più e magari ha una famiglia.
Aggiungiamo una deresponsabilizzazione di fondo per una situazione di classifica già compromessa, dove fare peggio era difficile, ed ecco la Fermana tornare a fare punti, mostrando in campo voglia di fare, caparbietà, orgoglio, corsa. Tutto casuale? Possibile, ma non probabile.
Adesso i giovani sono chiamati a fare un ulteriore step. Ci riusciranno? Saranno capaci di gestire il peso di una responsabilità crescente? E’, questo, uno degli interrogativi chiave per decifrare l’immediato futuro.

Rimangono i limiti. Come superarli?

Rimangono, ovviamente, i limiti ormai noti. Per certi versi ingigantiti anche dagli infortuni. Se a una rosa già privata di alcuni elementi aggiungiamo anche gli infortuni di Montini e Paponi, infatti, ecco che riuscire a fare cinque punti nelle ultime tre partite ha avuto quasi del miracoloso. Servirebbe un aiuto dalla società in chiave mercato. Ma l’impressione è che, così rimanendo le cose, sarà diifficile operare in maniera proficua e profonda. La società non ha le disponibilità economiche necessarie. E questo rinfocola gli interrogativi che ci portiamo dietro da questa estate. Ma si tratta di interrogativi a cui nessuno ha voluto ancora dare una risposta…

Alla squadra serve qualità. Quella qualità che ieri è tornato a dare Manuel Giandonato. Tenere fuori il leader della squadra – assieme a Misuraca – è sembrato blasfemo. Ma il calcio è strano: non sempre nei momenti di difficoltà i migliori possono dare quello che hanno. Spesso servono altre “armi”, altre caratteristiche. Ma discutere il capitano è illogico e disumano. Starà al mister adesso scegliere ome impiegarlo, sapendo che un Giandonato in forma e con la giusta mentalità è un valore imprescindibile per questa Fermana. E i suoi colpi, così come i suoi titi da fuori, a volte servono come il pane (vedi il gol della vittoria di ieri). E diciamo questo anche se Fontana si è dimostrato più utile nelle ultime gare, dando equilibrio e gamba al centrocampo. Stranezze di un calcio fatto di pesi e contrappesi, non solo di valori assoluti. (da.iac)

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