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Bianchimano e il tabù del Recchioni: “E pensare che da avversario non ho mai vinto a Fermo…”. Sul modulo: “Preferisco giocare a 2 davanti”

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“Domenica ho sofferto parecchio. Ho visto da fuori la Fermana ed è tutta un’altra cosa. Avrei voluto aiutare la squadra ad avere un risultato migliore… Fortunatamente si è trattato di una squalifica da somma di ammonizioni e domenica potrò essere ancora sul rettangolo di gioco, in una gara che sarà il doppio più difficile rispetto a quella di domenica scorsa!”. Parole di Andrea Bianchimano, raccolte nel confronto di metà settimana organizzato dalla società con la stampa.

Un Bianchimano che in estate, nel momento in cui ha accettato la sua nuova destinazione, non si aspettava forse di attraversare tutte queste sofferenze… “La trattativa per arrivare qui è stata abbastanza lunga, ma la fiducia del direttore sportivo Paolucci e di Ruggeri mi hanno convinto. Di sicuro sapevo che dopo una retrocessione non è mai facile ripartire, oltretutto con una squadra partita in ritardo rispetto alle altre. Personalmente posso dire che stiamo lavorando bene, giorno dopo giorno, per cercare di uscire da questa posizione di classifica. E credo che con l’operato della società, in cui riponiamo fiducia, riusciremo a tirarci fuori”.
Anche perchè, ha aggiunto Bianchimano, “una piazza come quella della Fermana penso faccia male a tutti vederla in questa posizione di classifica. Ma ci sono tutti i presupposti per migliorare”.

Da Bolzan a Brini

Cosa è cambiato nel passaggio da Dario Bolzan a Fabio Brini? L’attaccante canarino non si tira indietro nell’analizzare la situazione, arrivando anche alla dimensione personale.
“Quando arriva un allenatore nuovo c’è una scintilla in più nella testa – ha affermato Bianchimano -. A livello di gioco siamo abbastanza diversi, ma non abbiamo tempo da perdere, ci dobbiamo adattare subito a quello che chiede Brini e siamo pronti a farlo per essere più efficaci possibili”.
Non solo modulo, ma anche strategia generale: “Si, mi riferisco a soluzioni di gioco, movimenti. Io personalmente preferisco giocare di più a due, in modo da gestirci in maniera diversa davanti il lavoro da fare. Tuttavia mi sono sempre adattato alle richieste del mister e non ho avuto nessun tipo di problema sia a due che a tre”.

Cinque le reti realizzate da Bianchimano, solo una su azione… “Sicuramente ci sarebbe tanto da fare – continua l’attaccante canarino -. Con il mister a fine allenamento ci fermiamo un po’ per migliorare l’attacco alla porta, piuttosto che su palla alta… Tutti dettagli per arrivare in zona gol in maniera più efficace”. In questo senso l’arrivo di De Silvestro può agevolare? “Ci stiamo conoscendo piano piano, ci darà una grossa mano”, aggiunge Bianchimano.

Cinque reti, come detto, di cui nessuno però di testa, nonostante la stazza notevole. Risponde Bianchimano, con grande diplomazia: “Occasioni avute per fare gol sono state poche… (traduzione: non sono stati tanti i cross arrivati dalle fasce, ndr). Come caratteristiche, poi, va detto che a me piace venire a raccordare il gioco in fase di possesso, ma cerco di migliorare anche l’attacco alla profondità”.
Diversi i rigori segnati. Con l’arrivo di De Silvestro il rigorista sarà ancora Bianchimano? “Non è una domanda che dovete porre a me – sottolinea l’attaccante -. Non so il mister che valutazione farà, io non mi tirerò indietro. E magari sarà anche una scelta di campo, in base a chi se la sentirà”.

Il “peso” del Bruno Recchioni e di una situazione societaria nervosa

Quanto pesa la mancanza di vittorie in casa? “E’ un peso, sicuramente. Non vincere in tutto il girone di andata è pesante, è un macigno. Quando venivo da avversario a giocare a Fermo non ho mai vinto! Sicuramente quest’anno ci sono state gare in cui siamo stati lì lì, poi siamo stati recuperati. Dovremo sicuramente fare qualcosa. Siamo pronti dalla prossima in casa a fare bottino pieno!”.
Ma la Fermana ha le carte per riuscire a salvarsi? “Io dico di sì, posso sbilanciarmi – ha precisato l’attaccante gialloblù -. Le abbiamo incontrate tutte e tolta la Sambenedettese, che fa un campionato a parte, ce la siamo giocata. Ricordo che con il Chieti ce la siamo giocata, e con tutte le altre bene o male siamo stati all’altezza. Abbiamo le carte in regola per farlo, ne sono convinto”.

E quanto hanno inciso le divisioni societarie sul gruppo? “Personalmente non credo di essere stato condizionato da questa situazione. Ma può essere che in un gruppo c’è chi lo sente di più e chi lo sente di meno… Siamo nelle mani di due direttori che hanno giocato a calcio, sanno quello che devono fare e abbiamo fiducia nel loro lavoro”.
Chiusura con un riferimento al rapporto con le contrade del Palio, che ospitano la squadra prima delle gare interne. “Per me è stata la prima volta di trovarmi a pranzo nelle contrade. E’ una consuetudine che ci fa piacere e che tiene unito il popolo fermano, che fa sentire il proprio calore e vicinanza alla squadra”.

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