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Caramelle per tutti e incitamento costante: i sostenitori canarini salutano Pia, supertifosa oltre ogni categoria

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La Fermana saluta un’altra tifosa storica. Ci ha lasciato Pia Clementi, ugola d’oro del tifo gialloblù, presenza fissa al Bruno Recchioni.
Impossibile non notarla sui gradoni dello stadio fermano: nei momenti di difficoltà o di grande slancio della squadra del cuore il suo “forzaaaa!” gridato a squarciagola assumeva le caratteristiche di uno squillo di tromba, di quelli che invitano le truppe all’assalto.
Impossibile sottrarsi al suo invito a cantare, ad accompagnare con il tifo i canarini in campo. Un invito concreto: dalle sue mani partivano raffiche di caramelle, lanciate pericolosamente ad altezza d’uomo in tutti i settori dello stadio in cui era presente. Un classico, una sollecitazione che dapprima sorprendeva, poi diventava irrinunciabile. Così, dopo essersi ripresi dalla “mitragliata” di caramelle – e non essere riusciti magari a intercettarne una -, ci si trovava inconsciamente a incrociarla con lo sguardo, per supplicare un altro invio (magari meno veemente) di dolci supporti per ugole maltrattate!

Pia era la scaramanzia, le corna fatte e tenute a lungo nei momenti interminabili durante i quali gli avversari battevano una punizione o un calcio di rigore.
Ma Pia era soprattutto un concentrato di energia, una presenza aggregante in un catino traboccante fermanità. Era la fede calcistica da preservare oltre ogni evidenza. Era quel “ciao vellu” pronunciato quando la si incrociava. Era il calcio “pane e salame” della tradizione, con i suoi riti, la sua semplicità, la sua dedizione, l’abbattimento delle barriere sociali e culturali. Insomma, il calcio con lei era un sentimento, quello che Pasolini ebbe a definire “linguaggio umano”.
Pia era lì, in ogni categoria, con qualsiasi temperatura, con i suoi riti e le sue consuetudini. Le bastavano quei colori, una sciarpa, un paio di pacchi di caramelle, un pomeriggio da riempire di passione e di aspettative. Pia è stata la “zia” (come ha scritto qualcuno) con il quale almeno tre generazioni di tifosi fermani sono cresciuti, sorridendo e cantando.

Pia ci mancherà. Se n’è andata in uno dei momenti più difficili della storia gialloblù.
Il timore è che non mancheranno in futuro le situazioni in cui rimpiangeremo il suo “forzaaa”, vero grido di battaglia.
Ma, ne siamo certi, ogni volta che un tifoso scarterà una caramella, di fatto le renderà omaggio. Un rituale che, da oggi, assumerà i connotati del “dolce” ricordo. Ciao Pia…

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