Comunicare è importante. Lo abbiamo sempre sottolineato, finanche richiamando l’ennesima estate di silenzi nel pezzo di ieri.
Tre mesi, tanto è passato dalla fine della stagione agonistica. Tre mesi nel corso del quale i silenzi societari hanno lasciato il posto a indiscrezioni, voci, ipotesi. Tutte cose che, con il passare del tempo, in assenza di smentite sono diventate verità oggettive. Ma andiamo con ordine.
Importo del debito societario e di quello ristrutturato
In tema di voci e ipotesi diventate verità oggettive, la vicenda del debito assurge ad esempio paradigmatico. L’unico a parlare di debito, in due occasioni, fu inizialmente l’ex Dg Andrea Tubaldi un anno fa. Si fecero anche le cifre: 2 milioni e mezzo di euro.
Questo dato è stato trasportato puntualmente nel corso dei mesi: ha attraversato la stagione agonistica, ha probabilmente acquisito – come una valanga – ulteriore materiale debitorio ed è arrivato ai giorni nostri. Morale della favola: sembra oggi che il debito complessivo della Fermana (principalmente nei confronti di Agenzia delle Entrate e Inps) si aggiri sui 3 milioni di euro.
Ciò premesso, nel corso dell’anno si è aperta poi la questione della ristrutturazione di tale debito. E da subito – mai smentite – ecco iniziare a circolare le cifre, con un livello alzatosi nel corso dei mesi, fino ad arrivare nelle ultime settimane a parlare di circa 850 mila euro. Non una cifra a caso: sulla base di esperienze di altre società professionistiche (l’ultima è stata il Perugia, che ha saldato il conto con l’erario pagando 2,2 dei 6 milioni di debito complessivo) proprio questa percentuale sembrava essere stata confermata nei vari tavoli di “trattativa”.
Cifre mai smentite dalla società, ripetiamo. Diventate verità e che hanno costretto nelle scorse settimane addirittura l’Inps a prendere carta e penna per sottolinerae che nessun accordo era stato sancito con la Fermana Football Club.
Le cifre reali
Dopo gli incontri della passata settimana nelle sedi competenti, tuttavia, ecco che il quadro è diventato più chiaro. In sintesi: il debito complessivo della Fermana, come detto, si avvicinerebbe ai 3 milioni di euro. Il debito “ristrutturato” è invece di circa 1,5 milioni di euro, all’incirca il 50%.
La cifra ha ovviamente gelato i tifosi, ormai “sintonizzati” da mesi su altre dimensioni. La considerazione però è un’altra: impossibile – a meno di una botta di caldo collettiva – che ai tavoli delle trattative di questi giorni non siano usciti i numeri giusti. Impossibile, troppo seria è la trattativa per la cessione di una società. Tant’è che Nicola Di Matteo ha deciso di fare un passo indietro e di tornare a Chieti, con tanto di intervista sulla situazione della Fermana. Con altri però le interlocuzioni vanno avanti. Tutti superficiali? Speriamo proprio di no.
Modalità di pagamento “accessibili”
Possibile che in realtà – a fronte di cifre più alte di quelle sempre circolate e mai smentite – chi siede al tavolo sia stato anche avvisato delle modalità di pagamento. Vediamole.
Il milione e mezzo da pagare si ridurrebbe a un milione grazie al contributo dell’ex patron e main sponsor della Fermana. A questi si sarebbero aggiunti 100 mila euro di sponsor vari. Dunque, il debito residuo sarebbe di circa 900 mila euro.
A fronte di un debito ristrutturato più alto del previsto, però, ecco la possibilità di un pagamento rateizzato, con la possibilità di spalmare quanto dovuto per un periodo che può andare da 6 a 10 anni.
Quindi, calcolatrice alla mano: agli acquirenti si chiede una “fiche” di ingresso di circa 200/250 mila euro, la stessa proprietà attuale potrebbe aiutare in piccola parte. Rimarrebbero da sanare 650 mila euro in 6 anni (120 mila euro l’anno, più o meno) o in 10 anni (70 mila euro l’anno). Cifre tendenzialmente gestibili da una cordata di imprenditori anche in Serie D. Fin qui i numeri crudi, per fare chiarezza una volta per tutte.
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Gli importi emersi oggi hanno rappresentato indubbiamente una secchiata di acqua gelata. Ma, ripetiamo, vogliamo credere che non siano stati sconosciuti a chi in queste settimane si è seduto al tavolo delle trattative o è ancora lì a interloquire. Non sarebbe possibile.
Le delusioni di questi dieci anni, e una serietà professionale a cui teniamo più di ogni cosa, ci impediscono di scrivere con leggerezza e sposando questa o quella opinione. Stiamo ai numeri. Poi ognuno tiri le sue conclusioni. Il bicchiere mezzo vuoto rende bene l’idea ma disseta poco; il bicchiere mezzo pieno incoraggia ma contrasta con gli eventi degli ultimi anni e il necessario pragmatismo che è sempre utile a chi deve parlare di Fermana. Per ora, ci limitiamo a un esame oggettivo della situazione.