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Dalla ristrutturazione del debito alla “destrutturazione” della società: la Fermana ha smarrito voce e buon senso

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C’è qualcosa di peggiore del perdere (e male) un derby sentito dai tifosi. Ed è mostrare una confusione totale a livello tecnico, tattico, gestionale, comportamentale. Ecco, ieri al “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto la Fermana è riuscita in tutto questo, aggiungendo allo scempio sul campo anche una serie di comportamenti e di decisioni difficilmente comprensibili.
Così la debacle calcistica è stata preceduta e seguita da una serie di comportamenti e di dichiarazioni che lasciano poco spazio alla fantasia e attestano la grande confusione regnante nella realtà gialloblù, capace di farsi del male ben oltre le proprie capacità autolesionistiche.

Benedetto figliolo…

La gara del Riviera delle Palme è stata preceduta, come dicevamo, dalla “geniale” trovata di un giocatore evidentemente poco lucido, capace di andare a farsi una foto sotto la curva avversaria – con tanto di sciarpa rossoblù – e con addosso la tenuta ufficiale della Fermana! La gara è stata poi seguita dalle proteste dei tifosi sia allo stadio, sia a Fermo, con un’accoglienza non proprio tenera nei confronti della squadra. Domanda: al di là della scarsa avvedutezza dell’atleta, non c’era nessuno in società e in panchina capace di fargli notare la temerarietà di quanto stava facendo? Eppure ci sono persone all’interno del sodalizio che si vantano di essere tifosi gialloblù! Mah, domande a cui non si darà mai una risposta…

Poteva servire il pallottoliere

La vicenda poteva anche venire parzialmente ridimensionata se la suggestione negativa di quella scena fosse stata spazzata via dalle emozioni positive di un derby sempre molto sentito. E invece… Invece la Fermana ha messo in scena una delle prestazioni più impalpabili della stagione, incapace di fronteggiare una capolista che ha fatto il bello e il cattivo tempo senza nemmeno dare l’impressione di forzare troppo! Per carità, il pronostico era tutto dalla parte della squadra di Palladini, come la posizione in classifica attesta. Ma c’è modo e modo di perdere e mai quest’anno la pur forte Sambenedettese ha rischiato di fare 7 o 8 reti all’avversario. Ieri la Fermana ci è andata molto vicina e solo una traversa, un rigore sbagliato (o parato da Perri) e almeno 4 occasioni sciupate davanti al portiere gialloblù non hanno fatto assumere al punteggio proporzioni tennistiche. No, così non va. Come scritto in sede di cronaca, qualcuno provi a spiegare a questi giocatori cosa significa prendere parte a questo tipo di partite, cosa significa indossare la maglia gialloblù, cosa significa – in altre parole – mettere in campo ardore e spirito agonistico. Tutte cose che mister Bolzan aveva in quantità industriale quando scendeva in campo ma che, evidentemente, non riesce a trasmettere ai suoi giocatori in questo momento.

Scelte tecniche che faticano ad essere comprese

Lo ammettiamo, è un nostro limite: ci sono delle scelte tecniche che fatichiamo a capire. Ci sono situazioni che, in quanto osservatori esterni, non siamo in grado di comprendere. Le snoccioliamo così come ci vengono in mente: com’è possibile che un giocatore come Daniele Ferretti sia passato dall’essere un titolare inamovibile a elemento non più in grado di giocare nemmeno 10 minuti? Vero, sul piatto ci sono i suoi 38 anni e una tenuta forse limitata, ma davvero c’è in rosa gente tanto più forte e affidabile? Il suo accantonamento presuppone una sua partenza? Ma, in attesa della partenza, c’è davvero chi può dare costantemente apporti superiori in termini tecnici e di corsa? Perchè non provare ad affrontare la capolista con un atteggiamento più solido in mediana e meno – inutilmente – ambizioso? La Fermana fa fatica a costruire e trovare la via della rete anche contro Notaresco e Civitanovese, tanto per fare due nomi. Come non pensare che simili difficoltà sarebbero state addirittura maggiori contro la Samb? Perchè spedire in campo dall’inizio giocatori che non hanno in dote colpi e caratteristiche da simili derby? Ecc…

Se mercato deve essere, che sia di qualità. Altrimenti meglio rimanere così

Lo abbiamo detto anche lo scorso anno, pur rimanendo inascoltati. Lo ripetiamo anche quest’anno: non serve un mercato tanto per fare. Lo scorso anno chiedemmo ai responsabili di ricordarsi che per la Fermana, dopo aver dato tanto ai diversi operatori, era arrivato il momento di ricevere qualcosa… Bene, un faraonico mercato invernale portò tanti giocatori, alcuni dei quali fecero fatica a giocare. Il primo fu un elemento reduce da infortunio, che non giocava da tempo, che ebbe solo il merito di lasciare spazio nella squadra di provenienza a un attaccante che poi ha fatto le fortune (lo scorso anno e adesso) di quella compagine…
Ripetiamo l’appello anche quest’anno: alla Fermana servono pochi e ben precisi innesti, mirati e validi, di categoria, non elementi di scarso peso tecnico e temperamentale. L’inizio non ci sembra vada in questa direzione, ma ovviamente speriamo di sbagliarci. Se i soldi non ci sono – come sempre affermato -, piuttosto che prendere giocatori a caso meglio rimanere paradossalmente (è una provocazione) con la rosa attuale! Almeno si potrà contare su una dimensione di conoscenza reciproca e di gioco che eviterà di perdere altro tempo utile in una stagione che sta correndo via veloce.
L’importante è che si prendano le distanze dalle ingerenze di operatori e procuratori. La Fermana ha già pagato un prezzo altissimo a questo modo di fare con professionisti del settore, ripeterlo con seconde linee o “facenti funzione” sarebbe diabolico.

Dalla ristrutturazione alla destrutturazione è un attimo…

Ultima annotazione: nella settimana in cui è arrivata la notizia dell’accettazione della proposta di accordo della ristrutturazione del debito, la Fermana sembra esser stata preda di una pericolosa forma di “destrutturazione” della realtà tecnica e societaria! Un po’ la legge del contrappasso.
Una destrutturazione che è figlia della confusione, delle divisioni interne, a loro volta conseguenza di quella formulazione bicefala della società a cui abbiamo fatto riferimento a inizio anno. Bene, le due realtà che convivono nella società sembrano avere più di qualche difficoltà di confronto (eufemismo) e in una situazione di questo tipo appare difficile prendere decisioni. Con l’aggravante di dirigenti che scendono dal pulman e parlano male di altri dirigenti. E la piazza si spacca, pensando di propendere per gli uni piuttosto che per gli altri!
In questo contesto potrebbe essere difficile anche fare mercato o fare scelte, di fronte a veti incrociati o altro. Ecco, qui la richiesta deve essere netta, chiara: ci si turi il naso e si agisca per il bene della Fermana! Ai tifosi e alla città poco o nulla importa di antipatie reciproche, né devono pesare interessi personali di dirigenti e operatori. La pazienza è al limite – come visto anche ieri sera – e una implosione non aiuterebbe nessuno, tantomeno quella proprietà sparita dai radar e capace solo di delegare in bianco. Già la proprietà… Sembra incredibile, ma in questa situazione di confusione e conflitto, nessuno dei tanti dirigenti sente la responsabilità di parlare, di prendere posizione. La Fermana è una società di fantasmi, per di più afoni! Mala tempora currunt…


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