Anche con la capolista Teramo (capolista almeno fino a ieri mattina) la Fermana ha effettuato un’ottima prestazione. Ottima anche in relazione alle forze in campo e alla differenza di classifica.
Era già successo con il Chieti, ma anche con una Vigor Senigallia che sostava nelle zone alte della graduatoria. Ed era successo a Recanati (oggi, forse, non più considerata tra le pretendenti alla vittoria finale) e con l’Atletico Ascoli. Insomma, tra le potenziali “grandi” del campionato, la Fermana ha steccato solo a L’Aquila. Grande con le cosiddette “grandi”, insomma.
E con le altre? Con le altre la Fermana è andata meno bene. E non parliamo di risultato, bensì di prestazione. Non è andata bene a Notaresco, non è andata bene contro una Roma City apparsa tutt’altro che trascendentale, non è andata bene con l’Isernia… In questo caso, si potrebbe dire che la squadra gialloblù si è mostrata piccola con le “piccole”.
La partita con il Teramo? Un terno al lotto. Ma mentalità e agonismo sono piaciuti
La partita con il Teramo è stata la terza di un mini-filotto di buone prestazioni interne, che però – ancora una volta – non hanno portato alla vittoria. Vittoria che, si pensi bene, manca al Bruno Recchioni addirittura dal lontano 14 aprile (Fermana-Lucchese 2-1)! Dopo Vigor Senigallia e Chieti, anche il Teramo si è trovato ieri davanti una squadra gialloblù coriacea, con buona mentalità, cattiveria agonistica, buona predisposizione ad offendere, abbastanza ordinata. E questo nonostante le importanti assenze di elementi come Karkalis (a proposito, perchè ostinarsi a convocare un giocatore non convocabile per infortunio? Mah…) e Bianchimano, oltre a giocatori sicuramente utili come Polanco, Diouane, Palmucci.
Una partita, quella con gli abruzzesi, che poteva finire in qualsiasi modo. Non a caso, alla fine, tutti hanno avuto da ridire, in primis sull’arbitro Palma di Napoli.
Vero che forse un mezzo rigore poteva starci anche per il Teramo (oltre quello concesso ai gialloblù), vero che alla fine Di Stasio ha salvato la Fermana in un paio di clamorose occasioni. Vero che il Teramo poteva andare anche in vantaggio nel primo tempo, con il palo colpito da D’Egidio in splendida girata a centro area. Ma… ma sul match alla fine pesano 2 episodi incontrovertibili, che hanno oggettivamente incanalato la partita in un vicolo senza uscita.
Il primo episodio è la mancata espulsione del difensore abruzzese per fallo da ultimo uomo su un Pinzi lanciato a rete! I “puristi” si stanno ancora chiedendo se fosse fallo: noi diciamo che nel momento in cui l’arbitro ha decretato il fallo, il cartellino non poteva che essere rosso! E la Fermana avrebbe giocato i successivi 36 minuti (recupero compreso) in superiorità numerica.
Il secondo episodio è lo spettacolare autogol di Cocino. Nessuna croce sul difensore, per carità. Ma il tabellino alla fine recita 1-1 e, nonostante le occasioni avute dagli ospiti, l’unico gol del Teramo messo a referto è quello che la Fermana si è fatta da sola. Ci sembra significativo.
Una sequela di errori che, prima o poi, dovrà finire…
Lo abbiamo sempre detto, lo ripetiamo. La Fermana paga pesantemente fino a oggi i tanti errori individuali visti nel corso delle partite. Lungo, lunghissimo sarebbe l’elenco, da Recanati (indolore) alla gara con l’Ancona, da Notaresco a Roma. Stavolta si sono fatte addirittura le cose in grande, con una firma diretta sull’esito finale. La speranza è che la sequela di orrori/errori sia finita. E che fin dalla prossima gara si inverta la tendenza. Il campionato va avanti e, con il diminuire delle gare, sempre più grande diventa il peso specifico di scivoloni evitabili.
Tifosi, un pomeriggio di festa ricordando 50 anni di passione
Quello di ieri è stato anche e soprattutto uno splendido pomeriggio di passione, grazie ai tifosi canarini che hanno voluto ricordare 50 anni di tifo organizzato a Fermo.
Splendida la coreografia allestita dal gruppo “Sotto mentite spoglie” (Sms), con una lenzuolata di oltre 300 metri quadrati che ha occupato l’intera tribuna e su cui erano impressi i simboli delle vecche Brigate Gialloblù, del Nucleo e dello stesso Sms. Il tutto mentre gli striscioni storici hanno fatto bella mostra di sè sulla recinzione dello stadio. Poi cori e incitamenti per tutti i 96 minuti di partita, conditi anche dalla premiazione – all’intervallo – del supertifoso Benito Maranesi, ottantenne, presente da decenni in quasi tutti gli stadi in cui la Fermana è stata protagonista!
Bello anche il ricordo del collega Mauro Nucci, con la società che ha donato alla famiglia dello scomparso giornalista una maglia con il nome.
Insomma, una giornata da ricordare. Che sarebbe stata ancora più bella se fossero arrivati i 3 punti sul campo. Ma l’avversario di turno era di quelli da prendere con le molle. E, a conti fatti, la Fermana ha fatto in pieno il proprio dovere. Aspettando tempi (e classifica) migliori.