Finale di stagione incredibile, vietato ai deboli di cuore. Prova ne è stato il pomeriggio di ieri, denso di emozioni e di colpi di scena.
Dapprima l’esito delle gare giocate alle ore 14 (da sottolineare la scelta di far effettuare numerose partite in notturna in pieno inverno, e di far giocare all’ora di pranzo quando le temperature arrivano a livelli importanti. E anche domenica al Recchioni si giocherà alle 14…), con la vittoria in trasferta della Fermana sul campo della Torres seconda in classifica, con la sconfitta dell’Ancona a Pontedera e quella dell’Olbia a Perugia. Gli occhi dei tifosi erano già alla classifica, con la Fermana non più ultima e rientrata nel gioco dei play-out, dopo aver accorciato sui dorici (ora a +7 sui canarini).
Ma le gare delle 16.15 hanno riportato l’ambiente fermano con i piedi per terra: molto è stato fatto, certo, ma la vittoria netta della Recanatese sulla Carrarese ha portato i leopardiani a scavalvare proprio l’Ancona al quint’ultimo posto, e a portarsi a + 9 sulla Fermana. Dunque, cambia la “lepre” e gialloblù di nuovo con i piedi nella palude. La rincorsa continua. E forse è meglio così: non c’è tempo per rifiatare, per abbassare la guardia. Bisogna correre!
L’Ancona non decolla, la Recanatese si è ripresa nel momento decisivo della stagione, la Vis Pesaro arranca
Uno sguardo alle avversarie dirette. Iniziamo dall’Olbia che, con la sconfitta di ieri, è in ultima posizione. La squadra sarda è stata superata dai canarini e sembra in coma profondo. Il resto della lotta salvezza è un fatto tra marchigiane. La Vis Pesaro, terz’ultima, ha perso anche a Rimini, nonostante una gara volitiva, un palo clamoroso e altre occasioni. Insomma, non è un momento fortunato, come testimoniano – pensate – le 7 sconfitte e 1 pareggio nelle ultime 8 gare! Ma la squadra gioca ed è sempre pericolosa. L’Ancona è scivolata al quart’ultimo posto e sembra vivere un grande periodo di confusione tecnica e societaria. Tra le squadre in lotta, sembra – sembra… – quella messa peggio. Infine la Recanatese, che dopo il periodo nero di inizio anno si è svegliata proprio nel periodo decisivo della stagione. E qui occorrerà stare molto attenti, perchè la Fermana dovrà ottenere il massimo nelle ultime tre partite e sperare che i leopardiani – guidati da Sbaffo e Melchiorri – non facciano altrettanto.
In sintesi: se il campionato finisse oggi, Olbia e Fermana sarebbero retrocesse direttamente, la Recanatese sarebbe salva e la terza retrocessa dovrebbe uscire fuori dal derby fratricida tra Vis Pesaro e Ancona! Ma grazie a Dio mancano ancora tre partite alla fine…
La Fermana ritrova entusiasmo, si prende le “carezze” di Mosconi e raccoglie le energie. L’analisi in 3 punti
La Fermana ci crede. E con essa i tifosi, a partire dallo splendido gruppo di irriducibili che si è portato a Sassari per stare vicino ai gialloblù!
Quello attuale sembra un momento che è figlio di meriti indubbi e opportunità. Vediamoli.
Il primo merito è quello di una squadra che non molla e che vuole crederci. E questo è un aspetto per nulla scontato. Ovviamente una menzione speciale merita mister Mosconi, calatosi in una realtà canarina che appariva disastrata e capace di tirare fuori il meglio dai suoi. Un gran motivatore il mister, capace di dosare bastone (poco) e carota. Lo ha detto lui stesso dopo la vittoria di Sassari: “Ho la fortuna di allenare grandi calciatori e grandi uomini. Li ringrazio per la prestazione, perchè il merito è il loro. Io ho cercato di aiutarli sotto il profilo umano, perchè è una squadra che aveva bisogno di carezze e non di essere frustata. La vittoria è tutta loro, per l’atteggiamento che mi hanno dato da quando sono arrivato. E l’ho detto ai ragazzi: nelle ultime partite non vanno in campo la prima, la seconda in classifica… Vanno in campo il sudore, la voglia, il sacrificio, il coraggio!”.
In generale, Mosconi sottolinea come la Fermana non abbia fatto ancora nulla: “Dobbiamo continuare a lavorare e a crederci, perché il calcio è bello per questo. L’ho detto a tutti: dare tutto senza respirare, dormire tranquillamente perchè si ha la coscienza a posto. Questo è il calcio”.
Esaminato il primo aspetto, va detto che le parole di mister Mosconi richiamano quanto detto da Stefano Protti tempo fa. Protti amava ripetere che le ultime partite sarebbero state decisive e che sarebbe stato importante arrivarci in una posizione consona per poter effettuare lo sprint decisivo. E questo perchè, come dice Mosconi, nelle ultime gare “non vanno in campo la prima, la seconda in classifica… Vanno in campo il sudore, la voglia, il sacrificio, il coraggio!”. La Fermana lo sprint lo ha avviato, anche se mancano all’appello almeno 2 o 3 punti. Pensiamo al pareggio interno con l’Olbia, frutto essenzialmente di 2 errori, o della partita “sottratta” (siamo civili) ad Ancona… Insomma, con un pizzico di attenzione e fortuna le chances di salvezza potevano essere effettivamente maggiori. Ma è vietato piangere sul latte versato, l’imperativo è guardare avanti.
Avanti… In realtà il terzo e ultimo punto dell’analisi si riporta ancora indietro. Più volte abbiamo scritto su queste colonne della pericolosità di un mercato di gennaio fatto in quelle proporzioni. Tante, troppe 20 operazioni – tra entrate e uscite – per una squadra attardata e che aveva necessità di trovare subito una sua quadratura e fare punti. I fatti hanno confermato questo, ma il campionato ha anche dato la possibilità ai canarini di rimanere in scia, seppure a debita distanza. E, nel frattempo, il gruppo è cresciuto, i nuovi si sono ambientati, una nuova identità sembra essersi formata. Il tutto in virtù di elementi finalmente valorizzati e della crescita di altri. Insomma, il lavoro degli ultimi 2 mesi sta portando i suoi frutti. Speriamo si possa continuare così. Sarebbe un premio per gli stessi giocatori e per un ambiente che sempre, anche nei momenti più bui, non ha mai fatto mancare il proprio sostegno.