Altro giro, altra corsa, solito finale. Che sia una stagione maledetta lo abbiamo detto tante volte, ma che adesso debba entrare in gioco – a dare il colpo di grazia – anche la classe arbitrale ci sembra oggettivamente troppo.
Non vogliamo far scadere eccessivamente il livello delle analisi e delle disamine: del resto gli arbitri sono stati spesso, nel nostro Paese, l’alibi per giustificare risultati scarsi e periodi (più o meno lunghi) di assenza di risultati. E’ l’italico vizietto. Però…
Però c’è un altro vizio italico che non ci piace, ed è quello che porta puntualmente ad essere forti (e arroganti) con i deboli e deboli con i forti. Un vizio che attanaglia di frequente anche (o soprattutto) la classe arbitrale. Bene, tutto questo per dire che la Fermana non avrebbe bisogno quest’anno di alibi a giustificazione di una serie di errori societari, tecnici, di prospettiva, che farebbero impallidire chiunque. E che nessuno tiene nascosti. Invece il derby di Ancona e la partita di ieri con il Pineto hanno inserito nella discussione anche la componente arbitrale.
Al Del Conero il signor Zoppi di Firenze ne ha fatte più di Carlo in Francia, affondando una Fermana che, pure, non aveva demeritato. Ieri al Bruno Recchioni il signor Nigro di Prato ha bissato, dispensando rossi a casaccio dopo aver negato un paio di rigori evidenti. In altre parole: meglio non cercare rogne per concedere il dovuto a una squadra ultima in classifica e senza santi un paradiso, con il rischio di ritrovarsi contro poi chi in serie C ci rimarrà sicuramente…
La società fa sapere di essersi mossa attraverso i canali formali per far presente agli organi competenti quanto accaduto sia ad Ancona che ieri, anche fornendo le immagini dei fatti contestati. Ma i buoi sono già scappati dalla stalla: ci sarà una presa d’atto e nulla più. Il tutto a 7 giornate dalla fine…
Se a deficit strutturali si sommano errori individuli…
La squadra canarina, che per l’occasione è stata guidata in panchina da Mosconi, ha messo in mostra grande tenacia, aggressività, temperamento. Questo va riconosciuto. Così come va detto che fino alla fine i gialloblù hanno provato a conquistare tre punti che sarebbero stati fondamentali, in primis per superare in classifica quell’Olbia che perde spesso e volentieri ma riesce sempre a conservare la penultima posizione. Segno che la Fermana proprio fa fatica a trovare la vittoria, e questo rappresenta l’evidente continuità da Bruniera a Mosconi, passando per Protti.
Pesano tante cose, ovviamente. E non staremo qui ad elencarle tutte. Elementi che, non a caso, fanno ristagnare i gialloblù all’ultimo posto da ottobre. Ma se a questo si sommano gli errori individuali, allora la scalata diventa proibitiva. Errori individuali di giocatori, tecnici o delle giacchette nere.
Guardate le ultime partite interne dei canarini: con il Gubbio Petrelli sfiorò il clamoroso pareggio (prima del raddoppio umbro) appoggiando di testa sul fondo, da 2 metri, un pallone facile facile. Con la Spal al 90′ Condello fece la stessa cosa, facendosi respingere un colpo di testa a botta sicura addirittura da un difensore! Con l’Olbia due leggerezze del portiere sono costate la vittoria, mentre ad Ancona e ieri errori (consideriamo a considerarli tali?) degli arbitri hanno privato di altri punti la truppa gialloblù.
Insomma, il calcio è fatto anche di episodi e non c’è dubbio che tutti – tutti – gli episodi delle ultime settimane non abbiano detto bene alla Fermana. E questo al di là dei tecnici, dei moduli, dei giocatori impiegati, degli avversari, ecc… Episodi, quelli che abbiamo citato sono episodi veri che pesano come un macigno sulla classifica.
E anche stavolta… si vince alla prossima!
Quella con il Pineto è stata la prima volta in panchina per Andrea Mosconi. Il mister a bordo campo ha giocato una gara nella gara, incitando i suoi, dando disposizioni tattiche, richiamando spesso i giocatori. Diciamo così: l’impegno dei giocatori si è visto ed è stato massimale, soprattutto in considerazione del fatto che si stava giocando la terza partita in una settimana e che, per l’occasione, la Fermana ha dovuto fare a meno di tanti e qualificati elementi, soprattutto a centrocampo. Chi ha giocato lo ha fatto però dando il massimo: menzioni speciali per Niang e Heinz. Ma a noi sono piaciuti anche Pistolesi – che ha arginato bene lo spauracchio Volpicelli – e un Petrelli che si è mosso discretamente.
Sul piano tattico si è tornati indietro di 6 mesi ed è stato abbandonato il prottiano 4-3-3, recentemente modificato in 4-4-1-1. I risultati, per ora, non sono cambiati. Pesano, come detto in apertura, gli errori dei singoli. Speriamo che Mosconi riesca nell’impresa di incanalare la cattiveria di queste ore per le ingiustizie subite in energia positiva. Davvero siamo al rush finale e, con il passare dei giorni, anche i propositi più ambiziosi e bellicosi rischiano di essere ridimensionati dall’analisi della realtà. Per cambiare toni e speranze dovrebbe mutare tutto, finanche le direzioni arbitrali. Già, ci mancavano solo quelle…