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Fermana: la rinascita deve partire da un’analisi complessiva. Senza omissioni e facili capri espiatori

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La stagione appena conclusa deve essere archiviata nel giusto modo. Come in tutte le situazioni della vita con esito negativo, la prima cosa da fare è analizzare quanto accaduto senza fare sconti o trovare comode scorciatoie. Un approccio che serve a non ripetere gli errori, ad assumersi responsabilità senza addossarle ad altri, ad imparare da quanto accaduto.

Partiamo dal comparto tecnico. Siccome non ci piacciono i capri espiatori e le letture più semplici e immediate, ecco allora che associare il fallimento di una stagione a una sola persona appare alquanto facile e ingiusto. Prendiamo il ds Andrea Galassi, più volte da noi criticato su queste colonne e autore di alcune scelte di mercato che non hanno portato i risultati sperati. Sicuro che tutti gli errori siano ascrivili a lui? O parliamo, invece, di un concorso di colpe? In un contesto di indici di liquidità vicini allo zero (così si diceva) Galassi ha sicuramente portato elementi che non hanno reso come dovuto (a cominciare dai 3 under dell’Inter, che tuttavia hanno portato denaro…). E ha portato Calderoni e Laverone. Ma è arrivato anche altro e un’analisi comparativa sull’intera stagione costringerebbe a confronti più puntuali e meno di pancia.
Se confrontiamo il mercato estivo con quello invernale, per esempio, ecco che alcuni paragoni andranno presto fatti. Per correttezza, ovviamente.
Col senno del poi, per esempio, ci piace dire che, secondo noi, Gasbarro era un ottimo difensore che non è stato sostituito (d’accordo che si è liberato in virtù di un contratto a termine, ma chi è stato preso dopo la sua partenza? Praticamente nessuno, eccezion fatta per un De Santis che non ha trovato posto né con protti nè con Mosconi…). Allo stessa stregua possiamo dire che Montini si è dimostrato più utile di Petrelli (attenzione, non stiamo paragonando le qualità in senso assoluto, stiamo parlando di rendimento), che Tilli in fondo ha fatto più di Condello, che Giovinco ha forse inciso poco (un gol e un paio di assist, come Semprini), che Marcandella ha fatto quasi meno di Curatolo. Dall’altra parte un ottimo Sorrentino, in parte Petrungaro, Heinz, Niang e Malaccari (quest’ultimo fermato da 2 infortuni) hanno fatto la loro parte. E infatti la Fermana ne ha parzialmente giovato. Questo ha detto il campionato, numeri e cronache alla mano. E’ mancato sempre un telaio di qualità. Sui singoli, invece, si potrà disquisire per settimane!

Chi li ricorda?

E le presenze in panchina? Chi ricorda Benkhalqui (per lui anche il debutto in campionato), poi scomparso dai radar? E Badji, giovanissimo attaccante passato 3 volte per la panchina? Che fine ha fatto? Ed Esposito, sotto contratto ma mai impiegato? E Fiumanò, arrivato e subito ripartito? Fino ai recenti Bonfigli e Locanto, stabilmente in panchina ma evidentemente non utilizzabili, visto che non sono stati schierati neppure in situazioni di grande emergenza…
Ecco, anche questo è stata la Fermana edizione 2023/2024. Giusto 3 mesi fa avevamo scritto che la società canarina nel corso degli ultimi anni aveva dato tanto e avrebbe meritato un aiuto concreto, finanche disinteressato. Non sappiamo oggettivamente se è andata così…

La realtà è che la stagione appena passata è stata un insieme di errori madornali a più mani, di gran confusione, di una commistione di interessi diversi. Hanno sbagliato tutti, tanto. Ha sbagliato la società; hanno sbagliato i 3 tecnici che si sono succeduti (ovviamente su Andrea Mosconi siamo più comprensivi, nonostante aspetti tattici non sempre compresi: arrivare in quella situazione e raccogliere 11 punti non è poco); hanno sbagliato gli operatori; hanno sbagliato i giocatori.
Inutile ripetere dell’errore di aver mandato via a inizio anno tecnico e ds; inutile parlare ancora di un mercato estivo fatto a più mani; inutile sottolineare ancora le difficoltà societarie e una proprietà delegante proprio perchè in difficoltà nell’esercitare la quotidiana gestione; ecc… Inutile, certo. A patto che tutte queste cose vengano ricordate e non si decida di sotterrare velocemente un anno disastroso, sperando di far dimenticare in fretta responsabilità collettive. Nessun capro espiatorio, solo assunzione di responsabilità! Solo così si farà un passo avanti.

Un futuro tutto da costruire

E qui veniamo al futuro. Solo un paio di giorni fa abbiamo detto che il futuro andrà costruito con trasparenza e chiarezza.
Serve cambiare modus operandi rispetto agli ultimi 7 anni. Un periodo, lo ricordiamo, che ha portato a due retrocessioni e a oltre 2 milioni di debiti (come decretato mesi or sono dal Dg Tubaldi). Non solo: nessun giovane del vivaio valorizzato (ad eccezione del solo Pistolesi, a cui tuttavia è stato fatto il contratto e, dunque, con la retrocessione si è svincolato. Se fosse rimasto “giovane di serie” sarebbe ancora di proprietà canarina…). Lo stesso Spedalieri, valorizzato dalla Fermana negli ultimi 2 anni, se ne va – era anche in scadenza – senza che la società canarina possa acquisire qualcosa. E di Fischnaller ne vogliamo parlare? Altro bomber rilanciato lo scorso anno e accasatosi senza alcun premio per i gialloblù.
Morale della favola: giovani della cantera non pronti o non lanciati; giovani altrui lanciati ma senza premi di valorizzazione; atleti importanti rilanciati ma, ugualmente, senza alcun ritorno economico. Come può mantenersi in Serie C o aspirare a migliorare una realtà come quella fermana? Non può, infatti…
L’impressione è che molte cose debbano cambiare.

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