E’ un mercoledì 13 marzo interessante in casa canarina. Una giornata in cui la stampa ha potuto fare conoscenza del nuovo tecnico gialloblù, Andrea Mosconi, e contemporaneamente ha appreso alcuni temi affrontati ieri sera nel corso di un incontro tra delegazioni di tifosi, il vicepresidente Gianfilippo Simoni e esponenti dell’amministrazione comunale, sindaco in testa. Forse anche quest’ultimo tema – decisivo – avrebbe meritato una conferenza stampa, ma per ora rimaniamo alle questioni di campo. Sperando possano essere centrali ancora a lungo…
Mosconi: “Non sono venuto per accompagnare la Fermana al cimitero!”
Nella sala stampa del Bruno Recchioni sono stati il presidente della Fermana, Umberto Simoni, e il diesse Massimo Andreatini a presentare il tecnico Andrea Mosconi. Un tecnico che, in realtà, ha già debuttato in campionato sulla panchina canarina e ha già avuto modo di farsi conoscere sul piano caratteriale e su quello del proprio credo tattico. Ma giustamente l’occasione è stata propizia per le presentazioni di rito e per fare tutto ciò che nella scorsa, convulsa settimana (tre partite in 7 giorni) non c’era stato il tempo di fare.
A rompere gli indugi è stato il presidente gialloblù, Umberto Simoni. Che ha affermato “Ringrazio Stefano Protti per il lavoro svolto. Ringrazio e faccio un grande ‘in bocca al lupo’ ad Andrea Mosconi, che ha accettato un compito arduo. Lo abbiamo assunto perchè è una brava persona, ha grinta, ha personalità ed è professionalmente valido. Ha un compito difficile, il compito della salvezza. Noi ci crediamo ancora, ci auguriamo che anche le altre componenti che sono vicine alla squadra continuino a darci la forza per andare avanti. Mi riferisco ai tifosi, all’amministrazione comunale e ai giornalisti. In modo da remare tutti insieme dalla stessa parte”.
Ha aggiunto il presidente: “Mancano 7 partite, basterebbero 4 vittorie… Io penso che, per come ho visto la squadra reagire domenica, ce la possiamo fare!”.
Poi il ritorno agli ultimi avvenimenti: “Ci sono state, specialmente nelle ultime due partite, arbitraggi non all’altezza della situazione. E anche con l’Entella. Non me la prendo con gli arbitri: sono da 8 anni presidente e non ho mai fatto un appunto ai direttori di gara. Ma queste domeniche pesano. Noi vogliamo equità. Non voglio essere agevolato, ma voglio equità. Voglio essere trattato come le altre squadre. E la città di Fermo e la sua provincia non si meritano il trattamento riservato nelle utlime partite”.
A prendere la parola è stato poi il diesse Max Andreatini, che ha dato il benvenuto a mister Mosconi, dopo aver ringraziato anch’egli Protti e il secondo Cangini per il lavoro svolto.
Quella di Mosconi, ha affermato il Ds, è una “scelta che viene da lontano, fin dai tempi di Ravenna. A quei tempi abbiamo avuto un incontro per un accordo che non si è poi concretizzato. E nel provare a capire adesso chi poteva fare questa impresa, ho pensato subito a lui perchè ha un profilo speciale: organizzazione tecnica in campo e fuori e grande carica emotiva. Oggi la squadra aveva bisogno di un shock a livello motivazionale. E quando l’ho chiamato a me personalmente l’ha data: ho sentito la scintilla che mi ha fatto propendere per la sua scelta”.
Andreatini è stato l’artefice della grande rivoluzione di gennaio. Gli abbiamo chiesto se è soddisfatto della risposta dei nuovi. “Sono venuti giocatori di grande qualità, non ancora del tutto espresse, soprattutto per alcuni – ha risposto Andreatini -. Per questo sono ancora speranzoso e credo ancora di più in questo percorso. Non ci sono alibi, che non mi piacciono. Dico solo che giocare tutte le domeniche con l’assillo di vincere non è semplice; penso però che il lavoro paghi e se devo fare un bilancio sul lavoro e la professionalità, non posso non essere positivo per il finale di stagione”.
Ultima annotazione. Mosconi arriva con la fama di grande motivatore, ma anche Protti aveva questa caratteristica… “E’ stato un anno anonimo – precisa il Ds -, Protti ha sempre avuto un impatto motivazionale importante ma ci sono stati periodi in cui questa squadra non ha risposto. Non è il momento di cercare colpevoli. Purtroppo non sempre si riesce ad incidere come si vorrebbe. Quanto al resto, dico solo che se ci danno il rigore domenica, parlavamo di una vittoria. Oltre all’intervento su De santis colpito in area. Ad Ancona giocare in 10 contro 11 probabilmente ci avrebbe giovato e la gara sarebbe finita in maniera diversa. A Chiavari sulla punizione di Giovinco secondo me la palla era entrata. Insomma, oggi forse avremmo una classifica diversa. Ma non voglio scuse, oggi dobbiamo cercare di invertire il trend. Dobbiamo perseverare con il lavoro e la voglia di vincere”.
Infine, parola ad Andrea Mosconi, che è sembrato davvero felice della scelta fatta, al di là delle indubbie difficoltà. “Non sono parole di circostanza – ha attaccato il mister -, ma sono orgoglioso di esser stato scelto dal direttore e dalla società. L’ambiente di Fermo è bello. Lo dico subito: abbiamo bisogno di tanta sinergia con la città, con i tifosi e con gli stessi giornalisti. Se c’è sinergia possiamo fare di tutto. Il mio arrivo? C’era stima negli anni”.
Ma come ha trovato Mosconi la squadra? “La Fermana è ancora in vita, ci crede – ha affermato -. Non sono venuto per accompagnare la Fermana al cimitero, sono venuto perchè credo alla salvezza! Dobbiamo essere tutti uniti perchè è interesse di tutti riuscire a salvare la categoria. Tutti dobbiamo fare qualcosa di importante per questi colori”.
“Ho trovato uomini veri – ha continuato -, una squadra che ha bisogno di una scintilla e che vuole dimostrare di non meritare l’ultimo posto. Squadra vera, di uomini: parlo della vecchia guardia e parlo dei giovani. Hanno assorbito l’allenamento e hanno assorbito tutto come se stessimo insieme da mesi. Queste sono le basi. Ho incontrato ragazzi puliti. Adesso dobbiamo solo dimostrarlo domenica: qui lo stadio è la fossa dei leoni e domenica dobbiamo tornare a essere tutti leoni! Non solo: siamo feriti, e quando un animale è ferito è ancora più cattivo!”.
Mosconi torna a sottolineare l’aspetto motivazionale: “In questo momento, oltre allo spartito ci vuole anche il cuore. Domenica dovremo andare oltre i nostri limti e dovremo fare una gara ancora più cattiva. Il tempo stringe e non c’è più spazio per tanti discorsi. Mi sono reso conto che questa squadra ha grandi potenzialità tecniche e può crescere ancora. Il gol fatto domenica è stato di grande qualità, per esempio. Secondo me nemmeno i ragazzi sanno quanto sono forti. In definitiva, abbiamo poco tempo ma lavorando a testa bassa si può fare”.
Al di là di tutto, ormai contano solo i 3 punti e Mosconi non lo manda a dire: “La squadra si deve sciogliere mentalmente. Deve giocare in attacco, i conti non può farli più. Fermo vuole una squadra che dia tutto. Dobbiamo rompere, devono capire i ragazzi che possono vincere contro chiunque. Devono ribellarsi alla classifica: sette partite sono per noi sette spareggi! La squadra deve attaccare e deve pressare. Contento che domenica, dopo 3 giorni, i ragazzi abbiano già risposto nel modo giusto!”.
Ed ancora: “Io faccio l’allenatore e non il mago. E’ nomale: questa squadra deve invertire la tendenza e se vogliamo sognare dobbiamo fare qualche vittoria. Ma adesso iniziamo a pensare a domenica prossima. I numeri si cambiano solo giocando come domenica. E prima o poi deve girare. A lungo la ruota gira, ma per farla girare dobbiamo essere tutti positivi. I ragazzi devono diventare più figli di… in campo! Questa squadra si deve sciogliere mentalmente. Ognuno deve dare di più perché ce l’ha. Non possiamo fare calcoli, sappiamo solo che dobbiamo vincere più partite possibili. Di certo la Fermana lotterà fino all’ultimo secondo”.
Troppo importante sarebbe rimanere tra i professionisti. E Mosconi conosce bene la Serie D: “Sì, è difficile riemergere dalla palude della D: vince solo una squadra. Dunque rimanere in C è fondamentae e noi che ci siamo la dobbiamo difendere. I tifosi lo hanno capito, sono venuti sabato all’allenamento e domenica sono stati emozionanti. Adesso ai ragazzi serve una pacca sulla spalla durante i 90 minuti”.
Il tecnico si è detto “piacevolmente stupito dall’ambiente: bello, puro”. E proprio l’ambiente è chiamato a stringersi ancora attorno alla squadra, che anche domenica ha cercato la vittoria fino alla fine. “Abbiamo provato tutto – ha concluso Mosconi -. Dietro abbiamo accettato sempre l’uno contro uno, abbiamo finito con 7 giocatori ultraoffensivi. Non abbiamo più tempo di metterci a pensare, ripeto. Questa è una squadra offensiva e dobbiamo puntare alla vittoria. Non contano i moduli, l’80% è dato dall’atteggiamento. Domenica scorsa Niang e le stesse punte hanno rincorso tutti. E questo è l’atteggiamento giusto!”.
Il futuro della società canarina
Tornando alla riunione di ieri sera con i tifosi, è stato il vicepresidente Simoni a disegnare gli scenari futuri in casa gialloblù, ovviamente al netto di situazioni – di campo o finanziarie – che ancora devono verificarsi.
Di campo, perchè la Fermana è ancora in lotta per la salvezza, pur in una situazione difficilissima (per via dell’ultima posizione ma, soprattutto, dei tanti punti che la distanziano dal quint’ultimo posto). E finanziarie, perchè molto – non tutto – dipenderà dal concordato con il fisco che la società dovrebbe aver attivato e che potrebbe portare a una riduzione del peso debitorio, poi gestibile anche in serie inferiore.
Tuttavia, anche in caso di riduzione della massa debitoria, è stato sottolineato come l’attuale proprietà non sia in grado di accollarsi un campionato di Serie D. E, a quel punto, gli scenari che si prospetteranno saranno diversi. A partire da un fallimento da tutti scongiurato, fino all’aiuto da parte di diversi imprenditori che, con piccole quote, potrebbero comunque contribuire alla gestione. Oppure, extrema ratio, iscrizione a un campionato dilettantistico regionale per ripartire dal basso (con modalità da definire).
Davvero scenari non entusiastici, che avremmo voluto sentire in conferenza stampa – ripetiamo – e che invece vengono “sussurrati”. Verità dette a bassa voce che, tra le altre cose, che non debbono correre i rischio di cozzare con la grande spinta a cui è chiamata la squadra nel tentativo di riuscire in quella che sembra un’impresa miracolosa. Insomma, forse si poteva aspettare un po’…
Simoni, da quel che si sa, ha ovviamente tirato in ballo tutti coloro che si erano attivati per aiutare la società e che poi – a suo dire – si sarebbero tirati indietro. Ma, al di là di quanto detto, resta una situazione difficile a cui tutti insieme, società e amministrazione, dovranno cercare di far fronte. La speranza è che la Fermana riesca a uscire bene da un’annata così difficile e confusa. Delle responsabilità parleremo a tempo debito. L’unica cosa che sottolineiamo è che in questo momento c’è bisogno di più condivisione e analisi allargate, di coinvolgimento e non di giustificazioni date in ambiti angusti. E’ difficile, certo. Implica l’assunzione di responsabilità. Si tratta tuttavia di un passaggio difficile ma inevitabile.