Così è dura, molto dura. E’ dura fare punti; è dura darsi degli obiettivi; è dura arrivare ad aprile.
Anche a Rimini i soliti limiti, le solite carenze: assenza dalla partita per circa un’ora, incapacità di recitare una parte in modo compiuto, sia essa legata alla fase difensiva o a quella offensiva; scarsa presenza atletica; grossi limiti tecnici.
Ci sono voluti due allenatori per acquisire la “bellezza” di 7 punti in classifica: 2 punti li ha portati Protti in 8 gare, 5 punti li ha portati Bruniera a inizio torneo in 7 partite. Cosa significa tutto ciò? Diverse cose.
In primis, che il timbro dell’allenatore non ha inciso, ovviamente. E da questa considerazione banale ne possono conseguire altre: il livello tecnico e agonistico della squadra è basso; il fattore caratteriale dei giocatori appare ineistente; le soluzioni tattiche adottate sono servite a poco o nulla.
1) Dal 4-3-3 al 3-5-2: Protti fa il Bruniera ma gli esterni non c’erano prima e non ci sono adesso…
Su quest’ultimo aspetto vale la pena soffermarsi: vero che per provare – provare… – a recuperare terreno in classifica servono vittorie, ma questa squadra è parsa troppo tenera e inadeguata per sviluppare quel 4-3-3 che è sempre stato il marchio di fabbrica di Stefano Protti e che tanto bene ha fatto nello scorso campionato. Allora si è deciso di cambiare e… si è tornati a quel 3-5-2 che è sempre stato considerato inadeguato a inizio torneo, modulo preferito da un Bruniera che ha pagato questa sua scelta e, soprattutto, il fatto che mal si coniugava con le caratteristiche dei giocatori! “Voleva fare il 3-5-2 e ha accettato un mercato che non gli ha fornito esterni di un certo tipo!”, è sempre stato detto.
Giusto, gli esterni la Fermana non li ha (eccezion fatta per Eleuteri e, forse, Tilli), Bruniera ha pagato questa sua lettura sbagliata e Protti è passato ieri da un 4-3-3 proprio al 3-5-2! A vederla così, da osservatori privi delle necessarie informazioni interne, è sembrato puro autolesionsimo…
2) La Fermana può permettersi questo centrocampo?
Un altro aspetto da valutare e sottoporre agli addetti ai lavori è quello del centrocampo. Ormai appare chiaro: questa mediana la Fermana non può permettersela. Una linea di centrocampo che non può giocare come vuole e come sa, per assenza cronica di soluzioni offensive e di giocatori che si propongono. E non sa schermare la difesa, già alle prese con elementi alla soglia del pensionamento e che necessiterebbero di non stare sempre sotto pressione. Invece la Fermana ha un centrocampo camminante, che in questo momento sembra anche preda di una comprensibile depressione.
3) La tenuta psicologica
Lavorare e provare a risollevarsi in questo momento appare difficile. Servirebbe uno sforzo mostruoso sul piano caratteriale, uno scatto di orgoglio che non sembra possibile mostrare.
E questo per un vecchio e mai smentito assioma dello sport: i risultati portano risultati. Se le cose vanno bene, insomma, è possibile che anche una squadra di media importanza si senta la prima della classe, migliorando naturalmente i propri standard e le proprie prestazioni. Se le cose vanno male, invece, anche una squadra mediamente capace diventa fragile e comincia a dubitare di se stessa. Ce lo disse anni fa un vecchio allenatore canarino: “Spesso è la classifica che fa la squadra, non viceversa”. E la classifica attuale fa la Fermana che abbiamo sotto gli occhi, ingigantendo i limiti e limitando le potenzialità presenti. E’ un circolo vizioso, un pozzo che tutto risucchia e in cui la squadra canarina è finita da tempo.
4) Il divario in classifica si fa importante
Insomma, c’è tanta confusione sotto il cielo. Troppa. E l’idea di andare avanti così atterrrisce anche il più determinato dei tifosi. Pochi giorni fa avevamo detto che la Fermana era bloccata ma le altre non camminavano. Bene, qualcuno deve aver spifferato qualcosa perchè in queste ore la Vis Pesaro ha vinto a Lucca, la Juventus Next gen (che era penultima) ha vinto con l’Arezzo, la Spal ha preso un punto con l’Ancona (ed era in vantaggio fino ai minuti finali) e l’Entella – su cui pure appare comico anche pensare di fare la corsa, ma che è comunque nella zona bassa della classifica – ha battuto in casa sua il Pontedera. Aggiungiamo il pareggio tra Olbia e Sestri Levante ed ecco una classifica che lascia ben poco spazio all’immaginazione: Fermana ultima a 6 lunghezze dalla coppia che precede, vale a dire Sestri Levante e Spal. Delle altre non parliamo nemmeno.
L’impressione è che Giandonato e compagni siano finiti nelle sabbie mobili. E quando questo avviene, più ci si muove e più si affonda. A nulla sono serviti i contorsionismi, a nulla vale dimenarsi. E, nelle vicinanze, non si vedono appigli.
Intervenire, infatti, non si può: nuovi innesti si potranno fare solo a gennaio, ma da qui al girone di ritorno mancano 4 partite e un mese e mezzo… A questa considerazione aggiungiamo una situazione societaria incerta. Francamente, non sappiamo cos’altro dire. Ma se la soluzione non è stata ancora trovata da un’intera famiglia alla presidenza, da un Dg, da due allenatori e da due direttori sportivi (a Max Andreatini va dato atto di essere tornato solo da una settimana), come possiamo formularla noi? Non ne abbiamo la capacità, nè la volontà.