Oggi pomeriggio, nella Sala stampa del Bruno Recchioni, la Fermana Football Club ha (ri)presentato Stefano Protti come tecnico della formazione gialloblù.
Un Protti reduce da una stagione – la scorsa – oltremodo positiva, che era già sotto contratto, che è stato richiamato giovedì scorso dopo l’esonero di Andrea Bruniera e che ha già fatto in tempo a (ri)debuttare in campionato, cogliendo un buon pareggio sul campo della Spal. Detta così, parlare di presentazione di uno sportivo che la città ha imparato a conoscere ed amare 29 anni fa (era il 1994 quando arrivò per la prima volta a Fermo da giocatore) appare paradossale. Ma è certo che non poteva non esserci un momento di confronto e saluto tra l’allenatore e la stampa locale, soprattutto per parlare del presente e dell’immediato futuro di un ambiente canarino che ha bisogno di (ri)trovare serenità, efficienza, competitività. Da qui la conferenza stampa, nel corso della quale sono stati toccati molti degli argomenti che hanno caratterizzato le discussioni dei tifosi e degli addetti ai lavori in questi mesi.
Protti-Fermana, “per la decisione sono bastati 5 minuti”
Dopo gli interventi dei Simoni (Umberto e Gianfilippo), di Massimiliano Tintinelli ed Enrico Ribichini, che hanno illustrato la situazione societaria, è stato il direttore generale Andrea Tubaldi a introdurre il discorso tecnico. “Dopo l’estate burrascosa, dove siamo stati assenti sulla stampa ma presenti fattivamente, c’erano delle priorità – ha attaccato Tubaldi -. Probabilmente non eravamo pronti e non avevamo l’esperienza per affrontarle. Abbiamo tenuto conto principalmente degli aspetti attinenti alla sopravvivenza dlla società. E alla fine siamo arrivati all’accordo con Stefano Protti e abbiamo preso un’altra strada. Mi prendo le mie repsonsabilità: ho proposto io Andrea Bruniera, che pubblicamente ringrazio per il lavoro fatto e che considero un bravissimo tecnico. Ma le cose non sono andate come dovevano andare. Allora abbiamo preso la decisione di sollevare l’allenatore dall’incarico e in 5 minuti abbiamo deciso di far tornare Protti. Non perché era sotto contratto, ma perchè serviva qualcuno che desse delle certezze. Protti si è presentato da noi con un piglio diverso e siamo contenti del suo ritorno. Pensiamo sia la persona più adatta a portare la Fermana verso la salvezza. Perchè per noi salvarci, come ha detto lo stesso Protti, significa vincere la Chanpions League”.
Quasi a ricollegarsi con gli iniziali discorsi sulla situazione economica della Fermana, Tubaldi ha aggiunto: “Non troviamo nessuna squadra in serie C che ha il budget ‘netto’ che abbiamo noi. Ma questo non significa che tutti gli anni siamo più svelti e più bravi degli altri: in realtà ci vogliono tante componenti per salvarsi, la prima è la compattezza societaria. La seconda è andare d’accordo con lo staff e i tecnici. E’ vero, ho rotto le scatole più volte a Protti la scorsa stagione, ma perché la Fermana si deve salvare sul campo e come società. Sennò conta poco. Protti questo lo sa, ha sposato questo progetto. E io continuerò a rompere perché chi è nel Cda con me continua a dirmi ovviamente di fare minutaggio, di schierare i giovani. Questa potrebbe anche essere una fortuna. Questa società si può salvare solo se valorizza i giovani che ha”.
Infine, sul settore giovanile: “E’ stata fatta una campagna quasi diffamatoria nei confronti della società. Il settore giovanile non nasce e non muore oggi. Dal 2020 ha solo Under 15, Under 16, Under 17 e la Primavera. Non sempre è facile prendere Under 15 e non pagarli. Quest’anno siamo arrivati qualsi alla morte. Ma io mi sono preso l’impegno di rifondarlo, perché il futuro passa solo attraverso il settore giovanile. Sono all’altezza questi ragazzi di giocare in C? Non so, ma per i nostri ragazzi del vivaio ci danno il 200% in più come premio minutaggio…”.
L’importanza di saper (e di poter) scegliere…
Tutto bello, tutto vero. Ma cosa accade se i giovani di proprietà non sono ancora pronti per giocare in serie C e, nel contempo, la salvezza viene ritenuta fondamentale? Insomma, meglio la valorizzazione dei giovani e l’introito del minutaggio o, nel breve periodo, una Fermana che possa giocarsela con più chances sul campo? Questa è la domanda semplice, banale. Del tipo “il re è nudo”.
Ed è la domanda che abbiamo rivolto a Stefano Protti, che ha iniziato la sua conferenza partendo da un assunto, che è anche una richiesta: “Sono tornato esclusivamente per parlare di campo e di giocatori. Se dobbiamo perdere energie per parlare di due mesi fa, sottolineo che sono energie sprecate”. Insomma, il passato è passato e rinfocolare le polemiche non ha senso: meglio concentrarsi sul presente.
E a proposito di presente, Protti ha aggiunto: “Siamo andati a Ferrara e con grande merito dei giocatori abbiamo portato a casa un punto. Pare poco, ma è tanta roba. In generale, si cambia allenatore se si vede che ci sono problemi. Allora dobbiamo metterci a testa bassa e lavorare con l’unico obiettivo di portare la barca in porto. La società ci mette soldi e tempo. Io, a testa bassa, devo impegnarmi e fare del mio meglio. Cercherò di lavorare 24 ore al giorno. Voglio concentarmi solo ed esclusivamente sui giocatori”.
Torna poi, inevitabilmente, il quesito su dei mesi estivi turbolenti e pieni di incognite. Ma, come detto, protti dà l’idea di voler tagliare corto: “E’ tornato l’entusiasmo tra noi? Per piacere, non sottolineamo ogni parola o situazione. Se vediamo ogni parola non a puntino, stasera saremo ancora qui a parlare! Non piangevo prima e non rido adesso. La società era libera di fare le proprie scelte. Per la verità le prime volte che ci siamo visti questa estate per parlare di futuro non c‘erano nemmeno le condizioni per parlare della squadra. Poi negli ultimi giorni, abbiamo avuto dei dialoghi più stretti. Ma l’ultima parola la dice sempre la società, e la Fermana ha deciso di fare una scelta diversa. E’ il lavoro. Adesso sembrano esserci le condizioni: mi hanno chiamato e mi hanno chiesto di allenare la Fermana, con un entusiasmo diverso e con le ‘correzioni’ del caso che ci sono”.
E ha aggiunto: “Non tornare ad allenare questa squadra e poi vederla magari nei bassifondi, e io a casa… Mi avebbe fatto sentire male (il tecnico usa un’altra parola, più colorita ma decisamente chiara, ndr)! Sono un uomo di un certo tipo e ho detto che dovevo tornare, Ci metto ancora il petto e il faccione, perché adesso ho l’impressione che ci siano i presupposti affinché loro (rivolto ai dirigenti, ndr) mi siano vicini”.
Quanto alla richiesta di Tubaldi, vale a dire ottenere il massimo dall’impiego dei giovani, Protti a precisa domanda sul livello dei giovani in rosa ha risposto: “Qualcuno ne conosco, altri meno. Del resto sono arrivato da pochi giorni e non sarebbe giusto esprimere giudizi su calciatori che ho visto poco. Posso dirti che al momento ci siamo dati l’obiettivo con la società di far giocare 3 o 4 ragazzi per avere un’entrata sicura e centrare l’obiettivo del minutaggio. Se si potrà aumentare il numero di giocatori impiegati, dovrò avere un occhio di riguardo. Non sono stupido. Se si saranno da fare delle correzioni strada facendo, si faranno. Al momento il minimo indispensabile lo devo concedere, fa parte dell’accordo iniziale. Ma abbiamo fatto la stessa cosa anche lo scorso anno, vorrei ricordarlo…”.
“Aspettavo che il telefono suonasse. La chiamata è arrivata prima di Spal ed Entella…”
Dunque Protti è tornato. E lo ha fatto in un momento difficile e complicato… “Mi è suonato il telefono e dopo due giorni c’era la gara di Ferrara – scherza Protti -. Adesso l’Entella, poi tre gare in una settimana. Ma se devo mettere l’elmetto, lo metto subito!”.
L’elmetto se lo è messo già a Ferrara. e, con lui, anche la squadra. Ma com’è questa Fermana? Si è fatto già un’idea? “Dopo 8 partite siamo nella situazione di classifica che meritiamo. Può darsi anche che non si possa fare meglio, che si possa addirittura peggiorare. Del resto vedo un campionato difficilissimo, con squadre forti, ricche, il livello più alto. Da parte mia non ho chiesto giocatori perché voglio valutare la rosa che ho. La società è stata onesta, mi ha detto che adesso non si può fare. Con me sono stati chiari. Anche all’ambiente dobbiamo dare il messaggio che questa squadra non deve retrocedere direttamente: l’obiettivo adesso è questo. Da parte mia posso garantire il massimo impegno per migliorare i giocatori a disposizione”.
Protti e il ricorso all'”usato sicuro”
Ha continuato il mister: “Alla costruzione della squadra non ho partecipato. Forse avevano idee diverse a livello tattico, non lo so. Diciamo che se occorrerà fare dei correttivi si faranno”.
Intanto a Ferrara il tecnico romagnolo è ripartito dai moschettieri rimasti dallo scorso anno: in campo ben 7 suoi giocatori che hanno condiviso il campionato 2022/23: Borghetto, Eleuteri, Spedalieri, Giandonato, Scorza, Misuraca e Pinzi. Sette undicesimi della veccia guardia per provare a ripartire e fare gioco. “E’ la prima idea che ho avuto – ammette Protti -. Del resto avevamo Padella fuori, Paponi idem, problemi fisici di altri giocatori… Ho voluto mettere dentro subito chi aveva conoscenza del lavoro dello scorso anno, oltre ai vecchi bravi che mi hanno dato qualcosa di importante. Ho ringraziato i 4 giocatori che lo scorso anno non c’erano, Laverone e Calderoni hanno fatto una partita gigantesca. Però vicino gli ho voluto mettere delle certezze. Avevamo di fronte una Spal retrocessa dalla B e con un budget pazzesco. Per avere conoscenza sul campo ci vuole tempo. Non è un alibi ma ci vuole tempo. Io vado al campo per imparare, devo conoscere i ragazzi, nel gioco e a livello mentale. Ogni ragazzo ha i suoi prolemi, ognuno va gestito alla sua maniera”.
Poi il monito, chiaro per tutti: “Parecchi non hanno conoscenza della realtà in cui sono arrivati: giocare alla Fermana significa avere degli attributi non comuni. E non è che si prendono in un attimo. I tifosi sono da 10, e sono da 10 anche quando perdiamo. Perchè mugugnano, non sono contenti. Giusto. Ma per un ragazzino che non è aiutato, che viene magari dalla Primavera, il pallone inizia a diventare una bomba atomica! Io devo essere bravo a far capire dove sono venuti. Ma non solo ai ragazzi. Ci sono anche giocatori che vengono da una lunga carriera di un certo tipo. Devo capire fino a che punto posso spremerli. Ma, in generale, dico una cosa: se qualcuno non ha voglia, è meglio che cambi mestiere. Non ce l’ha ordinato il dottore. Ma dico anche che non è quello che ho visto in questi 3 giorni: i ragazzi sono stati bravisismi”
Per finire, di Ferrara cosa rimane? Conclude Protti: “Dobbiamo andare a lavorare su tutto. Mi è piaciuta la personalità del primo tempo, anche con partenza da dietro. E in questo mi hanno aiutato i due della vecchia guardia dietro e i centrocampisti. Se abbiamo la palla tra i piedi abbiamo qualche possibilità, se la palla la hanno sempre gli altri sarà durissima. Mi preoccupa che ce la siamo fatta addosso nella ripresa, O forse non avevamo più energie. Del resto lì, per fare quel gioco, ci vuole che il fisico stia bene. Non so fino a che punto possiamo tenere. Poi devo capire velocemente quanti cambi posso avere a disposizione al momento, quanti interpreti… Infatti adesso abbiamo 3 partite in una settimana, con una trasfert addirittura ad Olbia. Ho visto che l’altra volta in 3 partite la Fermana ha avuto un calo verticale e ha accusato molto… Dunque, devo capire quanti cambi ci possiamo permettere. Ovviamente ci sono alcuni giocatori che sono fondamentali”.