La Fermana senza più i suoi tanti “galli” trova un pollaio più ordinato. Dove a dare la sveglia sono finalmente in pochi. Potrebbe essere riassunta così la nuova versione della squadra canarina, una squadra giovane, orgogliosa, piena di amor proprio e di voglia di correre. Sono bastati due pareggi consecutivi, con Torres e Lucchese, per avere un’altra versione della compagine gialloblù: una squadra meno esperta ma più “tignosa”, meno titolata ma più umile, meno cerebrale e più concreta, meno supponente e più operaia.
Non è cambiato il mondo, sia chiaro. Ma vedere i ragazzi di Protti in partita per 95 minuti, combattendo palla su palla con commovente pervicacia, ha dato finalmente il senso di una stagione che può continuare su basi più dignitose rispetto al recente passato. Certo, una rondine non fa primavera. Forse neppure due. Ma qualcosa nelle ultime due gare di campionato si è visto. E non rimarcarlo potrebbe apparire superficiale.
Se il fiato viene speso in maniera corretta
Finamente, infatti, il fiato viene utilizzato per correre e non per rimproverare il compagno di turno. Quanto nervosismo abbiamo visto nella prima parte della stagione? Quanti mugugni? Quante situazioni di inutile protagonismo? Bene, è bastato perdere qualche personalità forte – ma dal dubbio rendimento – per ritrovare una compagine meno ciarliera e più concreta. Forse meno ambiziosa, ma più pragmatica.
Lo si era visto già una settimana prima con la Torres, si è avuta la conferma ieri sul campo della Lucchese. Adesso la squadra di Protti corre, si aiuta, mette in campo l’umiltà e la voglia di non mollare. Il resto viene da se. Segno di una Serie C dove, per giocarsela, servono le solite, semplici armi della praticità. Bastano? Probabilmente no. Ma se sono sufficienti undici giocatori che fanno con serietà e semplicità il proprio dovere, allora… allora si ha il segno del livello minimo a cui si era arrivati!
Un passato da cancellare. Ma non si può dire…
La Fermana di questo periodo, capace di ridestare l’attenzione con due soli pareggi conquistati, dà il senso della stagione e di un passato recente mai compreso e mai accettato dai più.
Le domande estive, rispedite al mittente con fastidiosa altezzosità, rimangono lì sul tavolo e si fanno sempre più attuali. Perchè non si è proceduto nel segno della continuità? Perchè sono stati allontanati il diesse e il tecnico, seppur sotto contratto? Chi ha deciso di allestire un organico con tanti over “sazi” e poco adatti alla missione salvezza? Perchè a una sostanziale penuria di risorse economiche ha fatto da contraltare una campagna fatta di grandi nomi ma di poca sostanza? Come è possibile aver inserito in rosa 6 o 7 potenziali “capitani” attempati e pochi affamati “subalterni”. Come è stato possibile allestire una rosa con tanti “generali” e pochi “fanti”?
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E, badate bene, non è colpa dei singoli: ognuno dà secondo le proprie caratteristiche, la propria fame, la propria ambizione. La colpa è di chi li ha assemblati. Ma ormai è tardi. Tardi per rimediare, non abbastanza per dimenticare…
Sta di fatto che, a Lucca, è mancata una squadra intera. Potenzialmente titolare. Fuori per scelta tecnica Padella, Calderoni e Laverone; out per infortunio Montini e Paponi: fermo per squalifica Misuraca. In panchina Giandonato. Serve aggiungere altro? Di fatto, Misuraca e Giandonato a parte (fuori per squalifica e infortunio) a vedere la gara in Tv sono stati tutti i protagonisti del mercato estivo… Ma chi ha giocato ha retto il campo con dignità. Una considerazione che dovrebbe far parte del punto tecnico del martedì in casa gialloblù.
Un campionato nel campionato
Quel che è certo, è che per la Fermana è iniziato un nuovo torneo, una sorta di campionato nel campionato. La truppa gialloblù ha iniziato a competere con se stessa, affrontando un avversario alla volta senza preoccuparsi della situazione generale. Ne sono scaturiti due pareggi. La classifica, se possibile, è addirittura peggiorata ma per la Fermana non è certo il momento di tirare le somme. Adesso è il momento di scendere in campo a testa bassa, provando ogni volta a ottenere qualcosa. Si vedrà tra un po’ di tempo se il “campionato” condotto dai canarini avrà incrociato il torneo generale. A quel punto, si vedrà cosa fare.
Il tempo dell’attesa è finito: situazione societaria da risolvere
Se poi la squadra fosse aiutata con un po’ di serenità anche dal fronte societario, allora le cose potrebbero andare anche meglio. Tante le voci di quest’ultimo periodo, un po’ legate alle difficoltà economiche, un po’ relative a possibili acquirenti. In un verso o nell’altro, nulla si è ancora mosso. E giocare in questa condizione non è aspetto semplice, soprattutto per giocatori che non sono annoverati tra quelli di primissima fascia in quanto a retribuzioni… La scadenza del 16 dicembre si avvicina, e con il diminuire dei giorni aumentano le preoccupazioni.
La squadra ha dato segnali importanti, mettendo in campo serietà e voglia di non mollare. Cosa farà la società? La sfida è lanciata, nella maniera più bella. Una “concorrenza interna” inedita, dove il comparto tecnico invita di fatto la dirigenza ad alzare l’asticella. Paradosso di una stagione che, anche per questo motivo, si presenta davvero incredibile.