Punti della situazione. Sempre e solo punti della situazione. Già, voler parlare per forza di Fermana in questo periodo significa essere costretti a estenuanti – e facilmente modificabili – panegirici. In assenza, per giunta, di interlocuzioni ufficiali. Ci proviamo, almeno per dare la possibilità ai sostenitori canarini di rimanere agganciati psicologicamente alla squadra del cuore. Una società su cui sembra essere calato, come già lo scorso anno, un pericoloso silenzio.
Chi è titolato a parlare non parla. Chi gestisce al momento non sembra aver titolo per parlare. Da qui la solita situazione di incertezza, in cui i dubbi salgono e il futuro è rappresentato solo da un grosso punto interrogativo.
La settimana decisiva
La realtà è che si sta andando incontro ai 7/10 giorni più importanti per la Fermana. Voci attendibili parlano infatti della settimana che va dal 20 al 24 maggio come quella decisiva per quanto riguarda la domanda di ristrutturazione del debito. Insomma, in quei 5 giorni sapremo se il concordato fiscale sarà andato in porto grazie all’accettazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratta della condizione imprescindibile per disegnare qualsiasi tipo di futuro. Anche perchè se è vero che l’attuale monte debiti si aggira sui 2 milioni di euro, è anche vero che una riuscita dell’operazione abbasserebbe a circa un terzo la somma da sborsare. Da capire, poi, se questo terzo andrà pagato subito interamente o se potrà essere rateizzato, almeno in parte.
E’ questo, ripetiamo, un aspetto decisivo se la famiglia Simoni vorrà iscrivere la Fermana in Serie D, per poi quasi sicuramente passare la mano. Decisivo per una eventuale cessione della società, dunque. Decisivo, infine, se la proprietà – di fronte al diniego del fisco e alla conferma di un debito importante – non potesse andare avanti, aprendo le porte a ipotesi di tipo “B” come quella prospettata ai tifosi dal commercialista Alessandro Ciucani, portavoce di una cordata di imprenditori. Ciucani che ha parlato apertamente di ripartenza dal campionato di Eccellenza. Aspetto, comunque, meno semplice di quel che si potrebbe pensare.
Ma non è detto che la cordata, di fronte a una società in larga parte risanata, non decida di entrare a dare una mano.
Insomma, tutto passa dalla ristrutturazione del debito e dalla risposta dell’Agenzia delle Entrate. L’unica cosa da fare è mettersi l’anima in pace e aspettare.
Impegni stagionali da rispettare
Poi c’è una stagione che da un punto di vista fiscale e contrattuale non si è ancora chiusa. Aspetto che a volte passa in secondo piano perchè con la retrocessione c’è stato lo “sciogliete le righe” e staff tecnico e giocatori se ne sono andati a casa. Ma i contratti sono in essere e gli impegni vanno rispettati. Qui, per assurdo, la retrocessione ha dato una mano alla proprietà (si fa per dire). Se la Fermana fosse rimasta in Serie C, entro il 4 giugno (data dell’iscrizione ai campionati, quest’anno anticipata a inizio mese…) si sarebbero dovute pagare le mensilità rimanenti, vale a dire marzo, aprile e maggio (giugno entro agosto). Essendo retrocessa in Serie D, invece, la Fermana avrà tempo fino a metà luglio (finestra per l’iscrizione aperta dal 10 al 14 luglio) per dimostrare di aver effettuato tutti gli adempimenti. Con il pagamento del mese di giugno che può ulteriormente slittare ad agosto.
Qualche sommario conteggio: se è vero che il monte stipendi della Fermana si aggira attorno al milione di euro (comprendendo non solo la squadra ma tutti i dipendenti), ecco che il pagamento dei mesi di marzo, aprile e maggio richiederebbe un esborso di circa 300 mila euro. Ma contestualmente dovrebbero arrivare anche alcuni contributi federali, a partire dall’ultima tranche legata al minutaggio dei giovani calciatori. Insomma, la somma per iscriversi al campionato di serie D non dovrebbe essere impossibile da gestire, ma diventa importante se sommata al debito (pur ristrutturato) che uscirà dall’analisi dell’Agenzia delle Entrate.
A quel punto entrerebbe in gioco la volontà di possibili acquirenti. Voci di corridoio parlano dell’interesse mostrato da un paio di cordate, che però rimarrebbero nell’ombra in attesa di vedere come la Fermana risolverà le sue questioni con il fisco. Non resta che attendere.
Punti della situazione, come visto. Poco più. Servirebbe altro, servirebbe una proprietà parlante, servirebbe tornare a discutere di quanto accaduto (anche se, come si suol dire, “acqua passata non macina più”), come fa qualsiasi azienda dopo un anno di lavoro, sia stato esso positivo o negativo. Ma in fondo servirebbe quel protagonismo che non c’è mai stato.