E’ incredibile il numero di occasioni sprecate dalla Fermana per migliorare a propria classifica. Assurda la quantità di opportunità gettate al vento per accorciare le distanze sulle squadre che precedono i canarini, nonostante davanti non siano andati fortissimo. Anzi! Qualche esempio.
Prendiamo l’Olbia: la squadra sarda ha vinto una sola volta nelle ultime 9 partite, 2 volte nelle ultime 21 gare! E domenica scorsa neppure ha giocato, avendo visto la sua gara con il Rimini rinviata per gli impegni delle nazionali. Bene, con un avversario che ha vinto 2 sole volte in 21 partite e che ha una gara in meno, la Fermana è rimasta ancora a -3 in classifica…
Passiamo alla Recanatese: i leopardiani hanno vinto solo 3 volte nelle ultime 20 gare! E hanno perso il confronto diretto con la Fermana il 26 gennaio scorso. Morale della favola: rispetto alla Recanatese, i gialloblù sono attardati in classifica addirittura di 11 punti!
Prendiamo infine l’Ancona: la compagine dorica ha vinto solo 3 volte nelle ultime 19 gare! Ha vinto lo scontro diretto con i canarini grazie alla gentile concessione del signor Zoppi di Firenze, ma per il resto l’Ancona è andata avanti con il freno a mano tirato, tanto da arrivare ad ingaggiare il terzo allenatore della stagione, ingaggio preceduto dalle dimissioni del ds Micciola. Ma la Fermana è ancora a -12 in classifica rispetto ai biancorossi!
Potremmo continuare, ma il senso del discorso è chiaro: le avversarie in questi ultimi 2 o 3 mesi sono state ferme, o quasi. Ma la Fermana ha fatto altrettanto. E questo nonostante una campagna di “rafforzamento” invernale e, anche nel caso dei gialloblù, numerosi cambi in panchina.
Un travaglio lunghissimo quello dei canarini, ma il “parto” – sempre annunciato e sempre sperato – non c’è mai stato.
Ci rendiamo conto che anche queste analisi possono contribuire a creare un clima di rassegnazione, di fatalismo. Ma è ora di guardare in faccia la realtà e di supportare la speranza – sempre invocata – con un minimo di realismo! E chi scrive non può limitarsi solamente a sperare, confidando in una matematica distratta…
Una pressione insostenibile, una lotta costante con la negatività
Certo, non è facile tirarsi fuori dalla palude quando la pressione è forte, quando l terreno cede sotto i piedi e quando non ci sono appigli forti. A volte sarebbe servita un po’ di fortuna, a volte un po’ più di abilità o di scaltrezza. Ma la fortuna non esiste, diceva Seneca. Convinto invece che “esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione”. E visto che di occasioni ce ne sono state molte, forse a mancare è stato proprio il talento…
Talento che si sostanzia, per esempio, in una scarsissima capacità realizzativa: 0,6 gol a partita. Di contro, sono 1,5 le reti subite in ogni match disputato. Un aspetto, quest’ultimo, aggravato da un mercato che non ha portato nessuno, o quasi, a sostituire Gasbarro e che non ha portato centrocampisti di “rottura” per aumentare il peso della mediana.
Medie in generale mai aumentate, come detto, tanto da inficiare anche il lavoro dei diversi tecnici che si sono succeduti in panchina. Tecnici diversi per idee e temperamento, per moduli di gioco e per lettura degli incontri. Ma… ma anche qui i numeri parlano chiaro: Bruniera ha portato a casa una media di 0,71 punti a partita (5 punti in 7 gare), Protti ha fatto registrare 0,65 punti a partita (15 punti in 23 gare); Mosconi è in scia, avendo colto 2 punti in 3 gare, per una media di 0,66 punti a partita.
Insomma, sono cambiati i moduli, sono cambiati i giocatori (tanti), sono cambiate le situazioni e le stagioni, ma il rendimento si è mantenuto sostanzialmente inalterato. Ovviamente mister Mosconi ha le maggiori attenuanti, visto anche il numero esiguo di gare. E ci piace il modo in cui si è messo in gioco, con umiltà e carattere. Il mister chiede a tutti di crederci, ed è giusto e inevitabile che sia così. Mancano 5 partite alla fine, lui e la città meriterebbero di uscire dallo stadio soddisfatti in qualche altra occasione. Speriamo che i suoi giocatori lo ascoltino.