Sarà anche vero che, arrivati a questo punto della stagione, per una squadra ultima in classifica servono soprattutto le vittorie. Giusto, forse sacrosanto. Ma non pensiamo di dire cosa sbagliata nell’affermare che senza il pareggio colto al 92′ a Chiavari oggi la situazione sarebbe anche peggiore di quella che è. Sì, perché adesso la Fermana – grazie anche al contestuale scivolone interno dell’Olbia con il Gubbio – può addirittura sperare nel sorpasso ai danni degli isolani. Lo scontro diretto è in programma sabato prossimo al Bruno Recchioni (alle ore 16.15) e proprio il punto colto in Liguria ha suscitato nell’ambiente quel brivido che sembrava essere stato rimosso dalla coscienza collettiva. Del resto, come tenere in vita l’ardore con una squadra da mesi ultima in classifica?
Beh, per certi versi qualcuno che quel brivido lo ha sempre coltivato: pensiamo ai 40 valorosi che si sono spinti fino in Liguria per sostenere i canarini. A loro va un plauso incondizionato. Sono loro i rappresentanti di un popolo canarino che – nonostante una società inadeguata e una squadra poche volte all’altezza – ha dimostrato di valere ampiamente la categoria. Con loro la Fermana sarà sempre al sicuro, tra i professionisti o in qualsiasi altro contesto agonistico. Ma finchè ci sarà la possibilità, proprio il professionismo sarà da tutelare con tutte le forze a disposizione.
Il 75% della stagione se n’è andato: serve un cambio radicale
Quello che è certo è che da qui alla fine servirà un cambio radicale di rendimento. Non parliamo necessariamente di prestazioni, parliamo proprio di rendimento.
Mancano 10 giornate alla fine, quasi tre quarti del campionato se n’è andato. Delle gare restanti, la Fermana ne disputerà 6 in casa (Olbia, Pineto, Sestri Levante, Rimini, Lucchese e Pescara) e 4 in trasferta (Ancona, Arezzo, Torres e Juventus Next Gen).
Ponendo – come ogni anno – la quota salvezza a 42 punti, ecco che la quint’ultima posizione potrebbe assestarsi a 40 o 41 punti. Ciò significa che una eventuale penultina in classifica dovrebbe fare almeno 33 punti per non rischiare di rimanere fuori per la nota regola degli 8 punti di distacco (sopra ai quali i play-out non verrebbero disputati).
Ciò premesso, la Fermana – sperando riesca ad avere la meglio sull’Olbia – dovrebbe fare almeno 14 punti, azzeccando ovviamente gli scontri diretti (in modo da togliere punti alle dirette concorrenti). E significa anche – cosa più difficile di tutte – raddoppiare quel “rendimento” di cui parlavamo sopra. In altre parole: fino ad oggi i canarini hanno viaggiato a una media di 0.67 punti a partita. Per farne almeno 14 in 10 partite si dovrà arrivare a una media di 1,4. Più che raddoppiare, insomma.
Ma, in fondo, basterebbe tornare al mese di dicembre, quando la Fermana – dopo le gare con Torres, Lucchese, Juventus Next Gen, Pescara e Carrarese – racimolò 7 punti in 5 gare, vale a dire proprio 1,4 punti a partita! Una media rovinata poi dalla pausa natalizia, dagli infortuni e dalla rivoluzione (in parte dovuta) di gennaio.
Una gara alla volta, con calma e sangue freddo
Se noi possiamo “dilettarci” in conteggi che lasciano il tempo che trovano (lo ammettiamo…), non così deve comportarsi la squadra canarina, chiamata ad affrontare gara per gara con grande raziocinio e concentrazione. Tutto può accadere fino alla fine. Ma ovviamente i gialloblù dovranno migliorare diverse cose. In primis la capacità realizzativa, rimasta in piena media stagionale nonostante il mercato invernale. La squadra si muove meglio e il livello tecnico generale è sicuramente cresciuto, ma la capacità realizzativa penalizza ancora i gialloblù: 0 gol a Cesena, 0 gol a Perugia, 0 gol con la Vis Pesaro, 1 gol con la Spal e 1 con l’Entella. Il tutto a fronte, però, di un numero di occasioni da rete più che sufficiente.
La squadra canarina sembra composta adesso da elementi che prediligono lo sviluppo dell’azione, il tentativo di giocata, il fioretto al posto della spada. Tant’è che in questo contesto sembrano ritagliarsi massima visibilità elementi come Carosso, Heinz o Eleuteri, i pochi che fanno del dinamismo e della potenza atletica le loro armi principali. Ma la lotta per non retrocedere richiede soprattutto l’uso della suddetta spada: appare evidente che tutti dovranno dare qualcosa in più anche sul piano della cattiveria agonistica.
La cosa più difficile, infine, sarà affrontare ogni partita come fosse l’ultima spiaggia, senza… considerarla davvero l’ultima spiaggia! Insomma, mettere in campo la calma dei forti e la determinazione di chi è con l’acqua alla gola, senza però rischiare scivoloni comportamentali che sarebbero pagati a carissimo prezzo.
L’operazione Olbia è già partita. Al Bruno Recchioni, sabato prossimo, andrà in scena una gara dal peso specifico enorme. Da preparare al meglio.