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La Fermana congeda Palumbo. Separazione inevitabile, ma la piazza non ha bisogno di capri espiatori…

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Tanto tuonò che piovve. Dopo la vicenda di domenica al “Riviera delle Palme”, le strade della Fermana e dell’attaccante Palumbo si dividono.
“La Fermana comunica la risoluzione del contratto con Luigi Palumbo: per lui 8 presenze nella prima parte di stagione in gialloblù. Al calciatore va un grande in bocca per il prosieguo dela stagione e della sua carriera calcistica”. Questo lo stringato comunicato con cui la società canarina ha reso nota l’interruzione del rapporto con il calciatore.

Su Palumbo erano piovuti gli strali della tifoseria, dopo che lo stesso giocatore, domenica scorsa, si era tolto la tuta e si era recato sotto la curva degli ultras della Sambenedettese. Palumbo non si era limitato a depositare un mazzo di fiori per un tifoso scomparso (gesto di per sé apprezzabile), ma aveva posato con una sciarpa rossoblù al collo proprio sotto i tifosi locali. E questo, nel simbolismo che caratterizza il mondo del calcio, fatto di rivalità e di rispetto per i colori e l’appartenenza, è stato considerato un fatto imperdonabile, tanto che al ritorno da San Benedetto del Tronto attimi di tensione si sono vissuti con la squadra e lo stesso giocatore.
Peccato che nessuno dello staff in campo abbia avvisato il calciatore della leggerezza che stava commettendo. Ma, diciamocelo, ci si poteva arrivare facilmente da soli…

Risoluzione inevitabile, ma questa Fermana non ha bisogno di capri espiatori…

La fine del rapporto tra Palumbo e la Fermana era nell’aria e non è giunta certo inaspettata. La tensione tra i tifosi è salita, anche in relazione alla prestazione della squadra in campo, e l’unico rischio da scongiurare adesso è che Palumbo non funga da “capro espiatorio” per una società che, più che ingraziarsi la piazza, è chiamata a dimostrare serietà e unità di intenti.
Basta andare nei luoghi di ritrovo dei tifosi o leggere i commenti sui web per capire che la sopportazione è ai minimi storici. Fatto anche normale dopo 4 anni di fondo classifica, di retrocessioni, di giocatori raramente all’altezza e di società più impegnate a farsi la guerra interna che a marciare compatte. Ecco, da adesso in poi il “povero” (e superficiale) Palumbo potrà poco: adesso servirà serietà e coesione. Del resto la barca è unica…
Servirà un atto di buona volontà da parte di tutti i componenti, perchè sulla forza aggregante e carismatica della proprietà abbiamo smesso di credere da tempo.

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