L’anno che sta per finire deve essere annoverato come uno dei più difficili della centenaria storia canarina. Non solo la retrocessione dalla Serie C ma anche un ritorno in Serie D alquanto complicato. Qualche dato a testimonianza di questa affermazione: 2 sole vittorie interne nel 2024, entrambe in serie C, con Rimini e Lucchese. E proprio dal 14 aprile la Fermana non ha più festeggiato al Bruno Recchioni, visto che anche nella stagione corrente – abbandonato il professionismo – i canarini non sono mai riusciti a cogliere i 3 punti sul proprio terreno di gioco.
Inoltre: sono 41 i gol segnati tra Serie c e Serie D, ben 79 quelli subiti nell’arco di 12 mesi! Tutti numeri che hanno costretto la Fermana a sostare nei bassifondi della classifica per gran parte dell’anno, chiudendo penultima lo scorso campionato (davanti solo all’Olbia) e restando penultima in questa prima metà di campionato in Serie D.
Per la precisione, i canarini sono rimasti in zona play-out per 33 giornate in Serie C e per 13 in Serie D. In tolale, 46 giornate nella palude!
E questo in relazione a 26 sconfitte (19 in C e 7 in D) e ai soli 47 punti conquistati nel corso del 2024 (31 punti in C e 16 in D)!
Cosa aggiungere? Ancora qualche ora e nessuno a Fermo rimpiangerà più questi malinconici e avvilenti 12 mesi di calcio.
Un mercato indecifrabile. Saluta anche Marucci
Intanto oggi la società ha ufficializzato un altro divorzio. “La Fermana comunica la risoluzione consensuale del contratto con Stefano Marucci: per lui 7 presenze nella prima parte di stagione in gialloblù”. Dunque, con questo comunicato la società annuncia di rinunciare a un’altra pedina, stavolta del pacchetto arretrato.
Nel corso delle settimane se ne sono già andati in 6: Polanco, Palmucci, Palumbo, Leonardi, Ferretti e Marucci. In entrata, invece, da registrare solo gli ingaggi di Tomassini, Barchi, D’Agostino e Dragomir.
Se si vuole provare a lottare per la salvezza, la rosa della Fermana va assolutamente puntellata, in qualità (come chiesto da mister Brini) e quantità. Anche perchè adesso la coperta rischia di essere anche corta. E nelle prossime ore è probabile che qualcun altro faccia le valigie, sempre che si trovi l’intesa con i procuratori dei giocatori…
Al momento l’unico che ha mostrato di poter essere davvero utile alla causa sembra Barchi, sfortunatamente bloccato da un infortunio muscolare. Ma alla Fermana serve fare cassa per provare a reperire sul mercato almeno un paio di pedine utili alla causa. Ci riuscirà Paolucci? Il periodo di sosta del campionato, che ha coinciso con l’arrivo di Fabio Brini, sembrava il momento opportuno per fare degli innesti e consentire al gruppo di lavorare quache giorno insieme. Invece siamo già in ritardo con i tempi, tra 6 giorni sarà già campionato e il rischio è che si vada ancora per le lunghe con i necessari innesti. Sì, serve qualcosa (o più di qualcosa), inutile ribadirlo. Tutti ne sono coscienti ma ancora una volta mesi sono stati spesi in inutili e, anzi, nocivi conflitti interni e eccessive attese. E, certo, anche la classifica non aiuta…
Quella stolta e nociva conflittualità a cui la Fermana sembra non voler rinunciare
Sono anni che a Fermo, in una situazione già di oggettiva difficoltà economica e di prospettiva, ci si diverte a fare la “guerra”. E gli ultimi mesi hanno ancora dimostrato una certa incongruenza. Ma dov’è la proprietà? Chissà…
In estate si parlava di ripartenza dall’Eccellenza o dalla Promozione: una scelta per cui era stata allertata anche l’amministrazione comunale. Poi la trattativa di vendita con i romani ha fatto slittare il tutto a Ferragosto, quando nessun’altra opzione era più possibile. Da qui la decisione di andare avanti con questa società e l’arrivo del duo Ruggeri-Paolucci.
Senza preparazione, con una squadra tirata su in tutta fretta (a 6 mani…) e con una gestione che da subito abbiamo definito “bicefala”, gli scenari da subito sono sembrati difficili e in molti avrebbero forse messo la firma per fare 16 punti in 17 gare (la classifica dice 14), anche perché il refrain estivo era: “Meglio rischiare di non salvarci in D, ma organizzandoci, che ripartire dalle categorie inferiori, risalita che costerebbe comunque molto”. E in molti consideravano il parallelo campionato della ristrutturazione del debito addirittura come “prioritario” in chiave futura.
Quello che non ci si augurava era però – nonostante l’esperienza negativa passata – il riproporsi di divisioni interne con prospettive oggettivamente nefaste. Insomma, come confessato dallo stesso Ruggeri in sede di conferenza stampa, dissidi interni ci sono stati e gli echi sembrano continuare anche a giorni di distanza. E proprio nel momento in cui si chiedeva alla Fermana il colpo di reni per provare a rimanere in scia dopo il brusco avvio di stagione (con mercato e capacità aggregativa), ecco ritardi e intoppi che rischiano di inficiare davvero la stagione.
Cosa aggiungere? In questi casi si fa appello al buon senso, ma temiamo che anche questo sia difficile da reperire sul mercato della varia umanità.
Del resto a Fermo, negli ultimi mesi, abbiamo visto tecnici “invitati” all’uscita in maniera non proprio ortodossa e tecnici blindati. Abbiamo visto giocatori invitati a rinunciare ai compensi nel corso dei mesi, e identici inviti considerati oggi irricevibili. Insomma, abbiamo visto tutto e il contrario di tutto. Che il 2025 porti saggezza, la necessaria esperienza, l’irrinuncianile tolleranza e un comune sentire. Altrimenti sarà un altro anno da dimenticare, il terzo consecutivo…