Ieri (4 novembre) a Roma si è votato per il cambiamento di statuto della Federazione italiana gioco calcio (Figc), cambiamento che ha portato ad alcune modifiche definite “storiche”.
Abbiamo chiesto un resoconto al fermano Nicola Pascucci, uno dei delegati delle Marche per la Lega nazionale dilettanti. Assieme a Pascucci anche un altro fermano, l’ex attaccante canarino – ora alla Maceratese – Luca Cognigni, rappresentante dell’Aic Marche.
“Nel dettaglio la ripartizione dei pesi in Federazione vede l’uscita totale dell’Aia (associazione italiana arbitri) che deteneva il 2%, e l’aumento di peso della Lega di A, che passa dal 12% al 20% con 4 delegati – evidenzia Pascucci -. A cedere uno dei delegati è stata la Lega di C che si è messa a disposizione nel contesto di un confronto più ampio. Spettacolare e molto incisivo l’intervento del presidente della Lega di C, Matteo Marani, che ha fatto notare come dopo due mondiali persi ci sarebbe bisogno di più unità e di meno personalismi. La Lega di C ha accolto le seconde squadre ed è il vero motore dei giovani italiani, ma per l’occasione si è messa a disposizione”.
Già perché la battaglia sui “pesi” all’interno della Figc era il tema vero di questo cambiamento di statuto. “Una disputa tra la Lega di A – con presidente Casini sostenuto in particolare da De Laurentiis e Lotito – e la LND del presidente Abete, che io rappresento insieme ad altri 4 colleghi (uno per provincia) per le Marche – continua Pascucci -. Casini sostiene che la A per essere competitiva deve pesare ancora di più a scapito dei dilettanti. Abete e Gravina hanno rimandato al mittente la richiesta, con una controproposta votata da noi a larghissima maggioranza in cui la LND non cede nulla visto che già è ai minimi storici. Il presidente Casini ha chiesto che la Lega nazionale dilettanti passasse da 34% a 24%, oltre ad acquisire altri 2 delegati per la Lega di A. Abete ha risposto nei fatti che la Premier ha il 14%, 1 delegato e i dilettanti il 66%; la Liga ha il 14%, 2 delegati e i dilettanti il 60% (e sembra abbiano discreto successo sia come prodotto che come trofei). E’ finita con gli applausi a scena aperta da parte dei 99 delegati regionali e la sostanziale sconfitta della prova di forza della Serie A”.
Pascucci spiega le motivazioni del rifiuto: “La LND italiana è la componente che pesa meno in tutta Europa. Per assurdo, forse un rimedio sarebbe proprio quello di difendere più il calcio degli ‘ultimi’, un calcio da cui sono nati tanti nostri campioni. Come Schillaci, per citarne uno”.
Altri cambiamenti importanti sono il diritto di voto anche per le società “pure” di Femminile, Calcio a 5 e Settore giovanile, che finora potevano votare solo il presidente regionale ma non i consiglieri. “Un Gravina provato dalle vicissitudini giudiziarie (cui ha accennato qualcosa, rivendicando che al momento opportuno che qualcuno dovrà chiedere scusa) ha rimandato all’Assemblea di febbraio per l’elezione del nuovo presidente Figc – racconta ancora Pascucci -. Presenti i big Marotta, Ferrero, Chiellini, De Laurentiis, Percassi, Lotito, che si sono comunque spaccati sul voto (8 con Casini, tra i quali solo Napoli e Lazio delle big), con 12 astenuti”.
La lega di A negli ultimi 10 anni ha cambiato 9 presidenti… “Forse qualche personalismo andrebbe messo da parte – conclude Nicola Pascucci -, ma il calcio è rappresentato anche e soprattutto dalle altre componenti, che rappresentano il 90% dei tesserati e degli appassionati. Questo non andrebbe mai dimenticato…”.