Subito una precisazione: vincere aiuta a vincere. E, in generale, competere aiuta a competere. Soprattutto a crescere (la vittoria, infatti, può essere episodica, la crescita è un processo solitamente irreversibile). Dall’altro lato, perdere – e soprattutto perdere male – lascia strascichi pericolosi, incide sulla costruzione di una identità e ritarda i processi evolutivi. Per questo motivo le competizioni non andrebbero mai sottovalutate, anche se nel breve sono considerate un’immane jattura.
Certo, la Fermana non può permettersi in generale – e soprattutto in questa fase – impegni straordinari e sovraccarichi fisici e psicologici: la rosa non consente di immaginare una stagione condotta sul doppio binario di campionato e Coppa e, in linea di principio, sarebbe già molto se i canarini riuscissero a centrare il difficile obiettivo della salvezza. Dunque è apparso giusto il ricorso massiccio alle seconde linee, anche per capire lo spessore di alcuni giocatori. Ma se a questo aggiungiamo la sindrome della seduta dal dentista e quell’atteggiamento tipico di chi si deve solo togliere un dente più in fretta possibile… ecco, l’abbinamento non genera quasi mai risultati apprezzabii.
Ciò che Pescara deve insegnare
Ciò premesso, due le evidenze emerse dalla serataccia trascorsa allo stadio Adriatico di Pescara.
In primo luogo, è apparso chiaro che le seconde linee abruzzesi sono più pronte o valide delle cosiddette seconde linee canarine. Tanti giovani, validi e motivati, che – diciamocelo francamente – con l’attuale Fermana sarebbero in larga parte titolari. E questo lascia riflettere su quanto siano costati a Fermo i 3 mesi di sostanziale inattività tra maggio e luglio… In questo momento la Fermana non sembra avere soluzioni alternative a quell’undici base più volte visto in campionato, a cui si possono aggiungere altri due o tre elementi pronti per la categoria. Il resto è tutto da costruire. Anche per questo mister Bruniera ha pensato bene di preservare molti titolari.
In secondo luogo, anche tra i rincalzi si è notata una differenza di intensità. Differenza che è mentale prima ancora che fisica. Il metodo Zeman, insomma, riesce ancora a pervadere tutti gli elementi che lavorano con il boemo.
Giocare contro le sue squadre è un po’ come venire attaccati da un grosso felino. Sai che non si fermerà e morderà fino alla fine (leggasi triplice fischio arbitrale). Combattere è allora l’unico modo per provare a sopravvivere: neanche fingersi “morti” o arrendersi può aiutare. Ieri il Pescara è arrivato a sei gol. Al di là del pesante risultato che ha fatto storcere il naso a molti, la speranza è che almeno la Fermana abbia imparato la lezione: per salvarsi in campionato servono grinta, determinazione, crescita caratteriale, voglia di migliorarsi, capacità di non arrendersi e di rendere la vita difficile a chiunque si incontri.
Certo, i 16 gol presi in 7 partite (6 di campionato e 1 di Coppa), uniti a una evidente difficoltà offensiva, aprono a molte preoccupazioni e dicono che questi obiettivi sono ancora lontani.
Fermana-Perugia, aperta la prevendita
Intanto, è partita la macchina organizzativa in vista di Fermana-Perugia, in programma lunedì prossimo alle 20.45. Iniziata infatti la prevendita: i biglietti sono disponibili sulla piattaforma Vivaticket (e nei punti vendita autorizzati). Sarà possibile acquistare i biglietti anche a Casa Fermana. Questi gli orari di apertura: Venerdì 6 ottobre, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; Sabato 7 ottobre, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; Domenica 8 ottobre, dalle 10 alle 13; Lunedì 9 ottobre (giorno della gara), dalle 10 alle 13 e sarà aperto il botteghino di Villa Vitali dalle 17.30 a inizio partita. (da.iac)