Per la ginnastica ai Giochi olimpici di Parigi è già tempo di bilanci. Almeno per la squadra maschile. Resta da disputare la gara alla sbarra, con Abbadini prima riserva, ma il grosso dei giochi è stato fatto, soprattutto per i due ginnasti fermani in gara. Mario Macchiati e Carlo Macchini hanno scritto la storia dello sport cittadino, debuttando alle Olimpiadi, confermandosi su altissismi livelli e pagando però, inevitabilmente, lo scotto dell’emozione del debutto. Il valore dei due ragazzi e la loro proverbiale abilità possono far propendere qualcuno per un pizzico di rimpianto. Insomma, Macchiati e Macchini hanno in corpo prestazioni di qualità superiore rispetto a ciò che sono stati in grado di far vedere. Ma i Giochi olimpici sono un tourbillon di emozioni, di pressioni, di aspettative. Tutti elementi che possono essere gestiti solo con una grande esperienza. Ed essendo presente il “gotha” della ginnastica mondiale, ogni piccolo errore viene messo in evidenza con maggiore risalto! Resta la bella prova dei ragazzi nella competizione a squadre e la conferma di Macchiati nella prova individuale “All around”, disputata ieri pomeriggio. Così come è stata confermata la bontà della “scuola fermana” di ginnastica, da anni ormai al top nazionale.
Il risultato della gara individuale
Ieri pomeriggio è stato il giapponese Oka Shinnosuke a laurearsi campione olimpico all-around di ginnastica artistica maschile. Con la sua vittoria a sorpresa il ventenne campione del mondo juniores di Győr 2019 ha aggiunto un altro oro, dopo quello a squadre, e ha prolungato la striscia di titoli nipponici nel generale al record di quattro edizioni consecutive. Il suo nome, infatti, si aggiunge a quelli di Daiki Ashimoto a Tokyo 2021, e di Kohei Uchimura a Rio 2016 e Londra 2012. In totale gli acuti dei ginnasti del sollevante salgono a otto, da Parigi 1900 ad oggi.
Apparentemente indifferente alle pressioni di una finale olimpica, malgrado la giovane età, Oka è stato tanto costante quanto spettacolare lungo tutte e sei le routine GAM della Bercy Arena. E malgrado non abbia ottenuto il punteggio più alto su nessun attrezzo, si è dimostrato il più continuo, in una serata rivelatasi piena di insidie per i favoriti della vigilia. Il punteggio complessivo del talento di Okayama è stato di 86.832 punti, 0.233 in più rispetto al secondo classificato, il cinese Zhang Boheng, protagonista di una clamorosa rimonta dopo la caduta iniziale nel corpo libero, fino a quota 86.599. Terzo è arrivato l’altro cinese, Xiao Ruoteng.
La gara degli azzurri
In questa finale, come detto, sono stati protagonisti anche gli azzurri Yumin Abbadini e Mario Macchiati, rispettivamente ottavo e sedicesimo in qualifica.
Yumin Abbadini ha iniziato la gara in uno dei suoi attrezzi di punta, il cavallo: ha rotto il ghiaccio in maniera ottimale ottenendo 14.166 con l’esecuzione di 8.366; ha proseguito poi agli anelli, dove si è difeso egregiamente con 13.333.
La terza rotazione di Abbadini si è svolta al volteggio, dove il ginnasta ha eseguito un avvitamento e mezzo: purtroppo è incappato in un decimo di penalità perché la punta del piede è uscita dalla zona consentita, ottenendo 14.033.
Alle parallele l’italiano ha rotto il ghiaccio: ha pennellato il suo esercizio e stoppato l’uscita. 13.966 per lui. Anche alla sbarra Abbadini ha portato a termine un ottimo esercizio, con un “Cassina” ben eseguito e un piccolo passo in uscita (13.800).
L’azzurro ha quindi chiuso la sua finale olimpica al corpo libero con 13.900, un totale di 83.198 e l’undicesima posizione all-around al suo debutto.
Il fermano Mario Macchiati, invece, è partito per la terza volta in queste Olimpiadi di Parigi, agli anelli. Il suo è stat un esercizio ben eseguito, con poche penalità e con piccolo passetto in uscita: la giuria lo ha valutato 13.300 (8.300 di esecuzione). La gara è proseguita al volteggio dove Macchiati ha eseguito i due avvitamenti e mezzo: è arrivato leggermente scarso e ha fatto un grosso passo fuori che ha comportato un decimo di penalità. 14.166 per il ginnasta di Fermo.
Alla parallele purtroppo Macchiati è caduto; una volta risalito sull’attrezzo ha continuato l’esercizio concludendolo con una stoppata. Le potenzialità che l’azzurro è in grado di esprimere all’attrezzo sono evidenti dal punteggio: 13.233 nonostante la caduta.
La sua gara è quindi proseguita alla sbarra, dove si è difeso bene con 13.166. Al corpo libero ha portato a termine un buon esercizio, con una sola grossa imprecisione sul doppio e mezzo dell’ultima ultima diagonale (13.666). E ha chiuso la sua finale olimpica al cavallo con un ottimo 13.966 e un totale di 81.497, che gli è valsa la diciannovesima posizione finale.
Le gare alle Olimpiadi proseguono con la Ginnastica – questo pomeriggio, alle 18.15 – con la seconda delle finali individuali in programma in queste Olimpiadi: l’individuale Femminile. Con nel cuore e negli occhi ancora la grande emozione per la conquista della medaglia d’argento nel concorso a squadre!