Come preannunciato stamattina, Stefano Protti non è più l’allenatore della Fermana. Tanto tuonò che piovve.
L’ufficialità è arrivata solo poco fa, tramite un comunicato della Fermana che recita: “La Fermana comunica ufficialmente che il tecnico Stefano Protti è stato sollevato dall’incarico di guida tecnica della prima squadra gialloblù. Una decisione che conferma la volontà della società gialloblù di mettere in atto tutti gli sforzi e le soluzioni possibili in questa fase delicata della stagione”.
“Al tecnico – continua la nota – vanno i ringraziamenti per il lavoro e l’impegno profuso per la causa gialloblù in queste due stagioni e il miglior in bocca al lupo per il proseguo della stagione.
La società comunicherà nelle prossime ore la scelta in merito alla guida tecnica della squadra fino al termine della stagione”.
Il finale amaro di una storia con alti e bassi
L’addio di Protti colpisce per le modalità. In una stagione caratterizzata da errori di ogni tipo di tutte le componenti, da incongruenze evidenti e da atteggiamenti inconcepibili, l’unico a pagare è stato dunque il tecnico gialloblù, rimasto col il proverbiale “cerino” in mano nella fase decisiva della stagione. Per carità, 2 vittorie (e 9 pareggi) in 23 partite sono pochissime: 15 punti totali, una media di 0,65 punti a partita. Protti iniziò la sua avventura bis sulla panchina canarina il 15 ottobre 2023 (Spal-Fermana 0-0) e l’ha chiusa ieri ad Ancona (2-1 per i dorici). Quasi 5 mesi per cercare di rimettere in linea di galleggiamento una scialuppa che ha continuato a fare acqua da tutte le parti. Ha continuato, appunto…
Sì, perchè le carenze sono antiche e strutturali, la squadra si era dimostrata inadeguata con Bruniera e non ha avuto il tempo per migliorare dopo un mercato invernale ipertrofico. Protti ci ha messo del suo, con scelte spesso non comprese e una ortodossia tattica troppo a lungo postulata.
Ma se questo è stato il ruolino di marcia, perchè sollevarlo adesso, al termine di una campagna così aggressiva nei suoi confronti?
A dicembre la squadra aveva trovato una sua modesta quadratura (7 punti in 5 partite), poi il mercato invernale ha rimescolato tutto.
Non abbiamo mai criticato aspramente gli allenatori canarini negli ultimi 10 anni. Non lo abbiamo fatto con Destro, con Antonioli, con Cornacchini. E nemmeno con Domizzi o Riolfo. E questo perchè sappiamo cosa significhi – errori tecnici evidenti a parte – fare l’allenatore di una squadra che può contare sempre su poche risorse e deve fare le nozze con i fichi secchi. Per questo, a maggior ragione, non lo facciamo con Stefano Protti, che continuiamo a ritenere una “bandiera” di questa squadra, al pari di Lupo Di Matteo e di altri giocatori di quella generazione che hanno sempre mantenuto un grande rapporto con la città. E anche per questo diciamo che non meritava alcuni duri attacchi personali. Ma il calcio sfugge a considerazioni logiche e, forse, è lo stesso Protti ad esserne cosciente. L’unica speranza è che sia regnata la buona fede in tutti, sempre.
Cade la foglia di fico. E adesso?
Con Protti “sollevato dall’incarico” (termine che evita di entrare nelle modalità della separazione) cade anche la foglia di fico che in questi mesi è servita a tutti in casa gialloblù. E’ servita alla società, visto che c’era un tecnico a fare da parafulmine (e questo evitava anche di parlare di altro, di difficoltà gestionali o di campagne di rafforzamento). E’ servita ai giocatori, che hanno fatto fatica a vincere le partite e hanno visto però addossare tutte le colpe a chi sedeva in panchina. Protti era il parafulmine che serviva, ripetiamo.
Era stato utile lo scorso anno quando, dopo il ripescaggio, con pochi soldi e una squadra da fare, il tecnico romagnolo rappresentava l’elemento che metteva al sicuro la dirigenza e ridava entuasiamo alla piazza.
E’ servito ad ottobre quando, dopo l’esonero di Bruniera, serviva un allenatore già a busta paga che provasse ancora a compattare l’ambiente e a far girare una squadra oggettivamente scarsa. Tanto da gratificarlo con ulteriori clausole contrattuali. La società, nel richiamarlo, avrebbe potuto dire: o mangi questa minestra o vai a casa e noi siamo liberi di prendere un altro. No, si voleva ancora lui. E lo si è voluto ancora ultimamente, anche dopo la sconfitta con la Vis Pesaro e le dichiarazioni del tecnico, oggettivamente assurde nel difendere una bruttissima partita.
Ma adesso, come recita la fiaba di Andersen, “il re è nudo”. Gli alibi sono finiti. Da “parafulmine”, Protti è diventato il “responsabile” della disfatta. E nell’attesa di sapere chi siederà in panchina negli ultimi 2 mesi di campionato – magari sperando in un exploit di 8 successi consecutivi (cosa che, a questo punto, aprirebbe anche altre riflessioni) – non resta che augurare a tutti un finale di campionato almeno dignitoso. La matematica non ha ancora emesso il suo verdetto ma infortuni, squalifiche, situazione psicologica e vantaggio in classifica delle altre contendenti lasciano davvero poco spazio alla fantasia.
E la società? Esperito quest’ultimo compito contrattuale, sarà bene che inizi a guardare al futuro, prossimo e remoto. Speravamo dicesse qualcosa nelle scorse settimane, ma a parlare troviamo solo dipendenti. Adesso il tempo delle parole è finito. Conteranno i fatti. Speriamo bene.
Le conseguenze del match del Del Conero: squalificati Misuraca, Malaccari, Carosso e Andreatini
Il giudice sportivo ha comminato un ammenda di 600 euro alla Fermana “per i fatti violenti e contrari alle norme in materia di ordine e di sicurezza commessi dai propri sostenitori, consistiti nell’avere danneggiato numero 9 seggiolini del settore loro riservato”.
Inoltre, comminata l’inibizione al diesse Massimo Andreatini a svolgere ogni attività in seno alla Figc a ricoprire cariche federali e a rappresentare la società nell’ambito federale a tutto il 12 marzo 2024, “per aver proferito una frase irriguardosa nei confronti dell’arbitro”.
Quanto ai giocatori, squalifica per una gara effettiva per recidività in ammonizioni (V infrazione) per Alessandro Carosso e Nicola Malaccari. Squalifica per una gara effettiva per doppia ammonizione anche a Gianvito Misuraca.