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Scarfini: “La Fermana è un’opportunità, ma serve senso di responsabilità”. La necessità di far tesoro degli errori

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Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: il problema del calcio, soprattutto a Fermo, è quello di soffermarsi sul risultato e non sull’atteggiamento. Non capendo spesso che i risultati sono figli proprio di un giusto atteggiamento, di un corretto approccio gestionale. Altrimenti possono aversi anche annate con risultati positivi (vedi quelli dello scorso campionato), ma sono sempre frutti che deperiscono nel giro di poche settimane e che poco o nulla portano in dote alla società gialloblù e al territorio.

Il bilancio in chiaroscuro di 7 anni di professionismo

Fare il bilancio di 7 anni di professionismo è difficile. Anche in questo caso, un approccio legato al risultato potrebbe far propendere l’ago della bilancia per un sentimento di sostanziale soddisfazione, avendo disputato, appunto, 7 stagioni tra i prof! Ma se spostiamo l’attenzione sul “viaggio”, ecco che a regime il bilancio non può essere considerato del tutto positivo.
Da un punto di vista finanziario, il periodo si è chiuso con un debito importante che ha condizionato e che continua a condizionare la vita del sodalizio gialloblù. Due milioni e mezzo di passivo, nonostante un ex patron che, nel corso degli anni, ha versato somme ingenti nelle casse canarine. Questo non ha impedito nemmeno una doppia retrocessione, inframezzata da un rispescaggio che ha comportato ulteriori sacrifici ma non un cambio di atteggiamento.
E il resto? Il resto della situazione è altrettanto deficitaria. Il settore giovanile, inteso come espressione di un territorio, di fatto non esiste e negli ultimi anni è stata solo “appaltata” la costruzione di alcune squadre giovanili perchè richiesto dalle norme federali. Prova ne è che nessun giovane è stato valorizzato negli ultimi 10 anni: nessun giovane, spieghiamo, è passato dalla ‘cantera’ alla prima squadra, fino all’affermazione personale. Unica eccezione è Pistolesi. E la valorizzazione dei giocatori altrui ha fatto felici i privati ma non la società gialloblù.

Questo il passato. E il futuro? Cosa aspettarsi? Tempo fa avevamo chiesto all’amministrazione comunale di farsi garante, di affiancare idealmente il sodalizio gialloblù in questa fase delicatissima della stagione. Abbiamo sentito, allora, l’assessore allo Sport del Comune di Fermo, Alberto Scarfini, sempre attento alle sorti della società canarina, e abbiamo fatto con lui un punto della situazione.

L’assessore allo Sport del Comune di Fermo, Alberto Scarfini

“La Fermana non è un problema, è un’opportunità. Mi auguro prevalga il senso di responsabilità”

Partiamo dalla retrocessione, avvenuta tre settimane fa. Una ferita ancora aperta… “C’è grande dispiacere per la perdita del professionismo – attacca l’assessore Scarfini -. La Fermana era ed è un’opportunità per il territorio. Un’opportunità di visibilità, di competitività, di valorizzazione sportiva dei giovani. Per tutto questo dico che c’è grande dispiacere per il modo in cui si è conclusa la stagione. Ci abbiamo sperato fino alla fine, ma il ritardo accumulato era oggettivamente troppo”.

Siamo in una fase di passaggio molto delicata: un concordato fiscale, una stagione da onorare sul piano economico, un passaggio di consegne da perorare. Il tutto con l’obiettivo di pernettere alla Fermana l’iscrizione in quarta serie. Come si sta muovendo l’amministrazione?
“Come amministrazione siamo in campo per provare a velocizzare le iniziative in atto. Per esempio stiamo cercando di agevolare un incontro tra l’attuale proprietà e il passato main sponsor. La speranza è quella di individuare una strada comune da percorrere, anche in relazione a un concordato fiscale per la riduzione del debito. Insomma, occorre tornare a confrontarsi, nell’interesse delle parti e di una Fermana che si gioca molto in questo periodo”.

Vecchie diatribe da superare per provare a ripensare il futuro. Il tempo stringe… “Mi auguro prevalga il senso di responsabilità – continua l’assessore allo sport -, affinché la Fermana possa velocemente programmare un futuro che ci auguriamo possa essere roseo e possa agevolare una programmazione efficace, che ci consenta di essere protagonisti in Serie D. E’ il tempo di unire le forze, non di disperdere le energie”.

La struttura della Cops, a Fermo

Come detto in apertura, 7 anni di professionismo hanno portato soddisfazioni ma non hanno consentito una crescita delle realtà canarina. Anche sul piano delle infrastrutture, forse si sono perse delle occasioni importanti. Scarfini non smentisce: “Sì, in questi anni si poteva fare di più. Vi era la possibilità di mostrare interesse per la struttura di San Marco alle Paludi, per esempio. Così come avevamo invitato a un minimo investimento sulla struttura della Cops, per la quale siamo ancora in contatto con il Fondo pertinente della Polizia di Stato per delineare insieme il futuro sportivo dell’area”.
“La società canarina nel corso degli anni ha sempre scelto diversamente, optando per l’utilizzo in affitto di altre strutture. Anche in questo caso, mi auguro che dall’esperienza passata derivi una predisposizione alla valorizzazione dei nostri giovani e a una progettualità che metta al centro le strutture cittadine per fare calcio”.

“L’amministrazione comunale può assecondare gli sforzi, di fronte a unità di intenti e a una progettualità pluriennale – conclude l’assessore allo Sport -. Ripeto: occorre fare tesoro dell’esperienza di questi anni e pensare a una programmazione migliore per la valorizzazione del territorio, a partire dai più giovani, e finendo con una più illuminata fruizione delle strutture cittadine. Di fronte a tutto questo, il nostro appoggio ci sarà sicuramente e non ci tireremo indietro”.

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